Conte ci mette quasi un anno per il commissario al sisma nel catanese

1 Ott 2019 16:53 - di Francesco Storace

Riceviamo da Ada Fichera e volentieri pubblichiamo

Erano le 3.19 del 26 dicembre 2018, quando la terra ha tremato per una scossa di magnitudo 4.9 nei comuni catanesi di Zafferana Etnea, Santa Venerina ed Acireale. Da quella notte, che dietro di sé ha lasciato un morto, ventotto feriti e 1.200 sfollati, il tempo, in quelle zone, sembra essersi fermato.
Solo ieri è stato nominato, dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Commissario per la ricostruzione post-sisma, nella persona di Salvatore Scalia, ex procuratore generale della Repubblica di Catania e già Presidente del Comitato dei terremotati, che assume l’incarico conscio che c’è ancora “quasi” tutto da fare! Gli abitanti sono vittime delle lungaggini burocratiche e di una ricostruzione che non è stata nemmeno pianificata.

Cento persone vivono ancora in hotel

Da noi contattato telefonicamente, l’Ing. Antonio Casella, Responsabile del Settore tecnico Ufficio Sisma e Urbanistica del Comune di Zafferana, conferma tali difficoltà: ‹‹Nei rapporti fra Regione Siciliana, governo centrale e Corte dei conti, da mesi tutto va a rilento. Solo a Zafferana, abbiamo ancora circa cento persone che vivono in hotel, con relativi oneri per i comuni, un migliaio di sfollati che percepisce il contributo per “autonoma sistemazione” ma non sufficiente, una zona “rossa” non del tutto raggiungibile››.
È stato stanziato dal governo, e gestito dalla Regione, un fondo per “piccoli interventi”, non superiori a 25.000 euro, ma, sulle 330 pratiche presentate solo nel comune di Zafferana, ne sono state avviate appena una ventina e, fra queste, solo due sono state concretamente evase.

Tagliati i fondi

È urgente ultimare la “microzonazione sismica”, che definisca su quali aree è possibile riedificare; fare pervenire velocemente i fondi post-sisma “per la grande ricostruzione” (in prima bozza erano stati stanziati 300 milioni, oggi invece tagliati a 236) per permettere ai comuni interessati, che sono al collasso vista la sospensione delle tasse comunali, di far ripartire l’economia locale; istituire gli “uffici sisma” con personale preparato che possa dare risposte veloci, inoltrare le pratiche e guidare le persone in quella che sarà una ricostruzione che durerà, a detta dei tecnici, ancora anni.

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