Bonafede non ha le idee chiare in materia di giustizia. FdI: deludente l’audizione del ministro

23 Ott 2019 15:53 - di Redazione
Bonafede

Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, non ha convinto le opposizioni durante l’audizione in commissione. Ha detto che “la riforma dei processi penale e civile e del Csm” è in una fase di confronto tra le forze della maggioranza. Per questo “non sono in grado di indicare i dettagli tecnici che sono in fase di definizione”.

In precedenza aveva definito in una intervista al Corriere una “svolta epocale” il carcere agli evasori. “La norma che prevede pene da 4 a 8 anni per chi evade cifre superiori ai 100.000 euro rappresenta un grande cambiamento”.

“Dal ministro Bonafede abbiamo sentito più propaganda che prospettiva, un elenco di buone intenzioni ma senza dettagli e proposte concrete perché la
maggioranza non ha ancora le idee chiare”. Lo affermano i deputati di Fratelli d’Italia Carolina Varchi e Ciro Maschio, componenti della commissione Giustizia.

Bonafede, poca chiarezza da parte dal ministro secondo FdI

“C’è stata – hanno aggiunto i deputati di FDI – poca chiarezza non solo sulla prescrizione, su cui 5Stelle e Pd erano su fronti opposti, ma anche su come riformare il CSM dalla lottizzazione correntizia. E poi sulla magistratura onoraria e i giudici di pace, sulla riforma del processo penale e di quello civile, sulla cronica carenza di organico dei tribunali. E ancora sulle difficoltà e i disagi del personale di Polizia Penitenziaria oltre alle strutture fatiscenti, sulla separazione delle carriere e sulle misure a favore dell’avvocatura. Su nessuno di questi temi il ministro ha dato risposte concrete. La boutade del carcere agli evasori che peraltro in Italia è già previsto, nasconde l’incapacità del Governo di risolvere anche le numerose problematiche emerse in materia tributaria. Con ripercussioni sulle PMI, spesso soffocate dalla esagerata pressione fiscale e da un sistema di accertamento troppo sbilanciato”.

“Nessuna volontà di intervenire sui grandi evasori – concludono – dalle multinazionali del web che operano in Italia pagando tasse all’estero ai cinesi che aprono e chiudono negozi alla velocità della luce senza alcun controllo preventivo. Emerge insomma un governo debole con i forti e forte con i deboli. La nostra opposizione sarà intransigente”.

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