Beppe Grillo non ammette la sconfitta: «Pensavo peggio». Poi ci ripensa e cancella

28 Ott 2019 16:30 - di Redazione

Il tentativo di minimizzare, poi il tentativo di cancellare ogni traccia. Piccolo giallo su un tweet che potrebbe essere il primo, ironico, commento di Beppe Grillo al voto in Umbria. «Pensavo peggio..», scrive il Garante del M5S alle 12. Ma poco dopo il tweet viene cancellato. E, nei minuti successivi Grillo rilascia un nuovo tweet, non facilmente interpretabile: il link ad uno dei brani più famosi dei Soundgarden, «Black hole sun».

“Nei miei occhi, indisposti, mascherato, cosicché nessuno lo riconosca. Copre il viso, giace la serpe, e il sole nel mio disonore, la calura rovente, lezzo estivo.
Immerso nell’ombra, il cielo sembra morto. Invoca il mio nome. Attraverso la panna, e ti sentirò gridare…”. Questa una parte del testo, da cui è difficile risalire al vero pensiero di Grillo.

Beppe Grillo, Di Maio e il processo interno dei grillini

Intanto, nelle fila dei grillini, è già iniziato il processo a Luigi Do Maio. Che, dal canto suo, non sembra disposto a farsi da parte. “Questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli opposti”. Lo ammettono i grillini in una nota, ringraziando il candidato civico Vincenzo Bianconi per l’impegno profuso in questa sfida stravinta da Donatella Tesei e dal centrodestra.

Ma il processo alle scelte ai vertici è già partito. Sul banco degli imputati la scelta di correre in tandem col Pd, mal digerita dalla base pentastellata. Lo dice in chiaro all’Adnkronos la deputata umbra Tiziana Ciprini: «Era meglio perdere da soli che perdere la faccia. Il feedback che ricevevo dalla gente era sempre lo stesso: non siete più credibili. Purtroppo iniziare a sperimentare l’alleanza territoriale col Pd proprio in Umbria è stato il colmo». L’attacco della parlamentare è duro. «Si è azzardato troppo». Eloquente anche il commento del senatore Stefano Lucidi: «I motivi del successo sono vari. Temi semplici e immediati da comunicare, macchina organizzativa efficiente, filiera politica autorevole sul territorio. Quello che manca a noi».
Bordate arrivano anche dal senatore Gianluigi Paragone, da sempre scettico sull’abbraccio tra M5S e dem. «L’abbiamo pagata – punga il giornalista in diretta Facebook – perché accade quando non hai coerenza. Il Movimento deve fare il Movimento». Il messaggio che arriva da una parte del gruppo parlamentare al capo politico Luigi Di Maio – la cui leadership diventa sempre più traballante – è chiaro: o si cambia o si muore.

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