Forza Italia tra sospetti e smentite. E c’è chi dice: «Non voglio morire salviniano»
La battuta arriva puntuale. «Per completare il quadretto manca un pezzetto di Forza Italia… questione di giorni». Lo scrive in un tweet l’ex viceministro all’Economia Massimo Garavaglia (Lega), dopo la scissione di Matteo Renzi e dei suoi dal Pd. E condisce il suo “cinguettio” con l’hashtag ciaone rivolto al M5S.
Non è una battuta gettata là a caso. Da settimane si vocifera dell’accordo di una parte degli azzurri con i renziani. C’è chi parla di nuova aggregazione al centro e chi invece sostiene che sia una scelta strategica per evitare le elezioni. Di sicuro, le prese di posizione ferme in Forza Italia («centrodestra unito contro il governo dell’inciucio») non sono bastate a spegnere le illazioni. La tensione in Forza Italia è ancora alta, nonostante il Cav abbia messo precisi paletti per un’opposizione netta al governo giallorosso.
Il confronto interno continua ad essere acceso. In prima linea resta Gianfranco Rotondi, paladino degli antileghisti. «Nessuno mollerà Berlusconi perché Fi è l’unico gruppo parlamentare della storia tenuto assieme da un sentimento anche personale», afferma. «Va da sé però che si aprirà un confronto duro tra chi è disposto a morire salviniano e chi no». Nel contempo non finiscono le voci sull’avvicinamento di alcuni azzurri al cosiddetto “nuovo corso” renziano. «Sono stupita dalle voci che continuano ad associare il mio nome alla possibile scissione del Pd e alla formazione di un ipotetico gruppo parlamentare renziano», dice Mara Carfagna. «Ho smentito ripetutamente e pubblicamente queste chiacchiere e torno a farlo vistoche, nonostante tutto, continuano a circolare».
A invitare alla calma è Giorgio Mulè: «Auspico un centrodestra che guarda avanti e non si disperde in inutili dispute tra i partiti che lo compongono», dichiara l’esponente di Forza Italia. «Dobbiamo dimostrare la nostra unione, a partire dalle elezioni nell’Umbria culla del regionalismo trasformista Pd-5Stelle umiliata da entrambi i partiti dopo il terremoto».