Caso Bellanova, Mario Giordano: «Non è libero un paese in cui non si può dire che un vestito è brutto»
7 Set 2019 14:59 - di Federica Argento
«Daniele, piena solidarietà e un abbraccio. Non è libero un paese in cui non si può dire che un vestito è brutto. Te lo dissi già qualche mese fa, lo ripeto ancora oggi: non ci faremo intimidire». Il giornalista e conduttore Mario Giordano, ancora una volto controcorrente, sfida il politicamente corretto e difende così il collega Daniele Capezzone che qualche giorno fa ha dato lui il via – inconsapevolmente – agli insulti rivolti al neo ministro Teresa Bellanova e al suo look sgargiante. Era solo una battuta. Ma a volte scherzare non è possibile. Esprimere un giudizio neppure. Anzi, dipende a chi.
Minacce di morte
Di insulti e di critiche sui look più o meno vistosi sono piene le cronache politiche. Anzi, insulti molto più gravi rivolti sul piano personale e sulle famiglie – come moltissimi ne ha ricevuti Giorgia Meloni – non hanno avuto neanche l'”onore” di essere stigmatizzati pubblicamente. Anzi, più spesso sono stati derubricati. Nel caso della Bellanova si è arrivati alle minacce di morte arrivate a Capezzone, che hanno indotto il diretto interessato a sfogarsi su Twitter, a giustificare una sua opinione che non voleva essere cattiva, solo un’opinione, che legittimamente può essere espressa: «Fare una battuta su un vestito (ripeto: su un vestito) e ricevere minacce, anche di morte, con ampia mobilitazione di troll. Più il tentativo di qualche furbetto di attribuirmi considerazioni (mai fatte) su donne e corpi. In tanti non ci faremo intimidire da questo squadrismo», era stata la risposta a quella che voleva essere una battuta. La sintesi tratta da Mario Giordano è più che legittima. In un paese libero, fare un caso politico su un look più o meno azzeccato è francamente esagerato. Si ripete sempre, in ogni circostanza, che il diritto di critica, il diritto di satira e il senso dell’umorismo sono un po’ il sale della democrazia e della libertà. Tutti ne sono stati vittime in un modo o in un altro. Si è persino difeso il settimanale satirico Charlie Hebdo che scherzava sui morti di Amatrice…. Lo stesso Giordano è più volte finito sotto gli strali polemici e spesso ignominiosamente ridicolizzato. C’è da giurarci che sarà “messo in croce” per questa sua osservazione.
Certo che non è un paese libero Dott. Giordano, è semplicemente comunista!
Come afferma Marcello Veneziani, la sinistra italiana è una cupola, probabilmente si, altrimenti non si spiegherebbe l’automaticità con cui partono vere è proprie battaglie contro personaggi di destra. Negli anni 70 nacque “soccorso rosso”, un’organizzazione che aveva lo scopo precipuo di difendere a 360° i terroristi che venivano arrestati, è presumibile che una macchina così perfetta non sia mai stata dismessa, anzi si sia interallaciata con altre strutture simili, per cui oggi ci sarebbe una struttura operativa in grado di progettare dai semplici attacchi di reazione a vere a proprie campagne denigratorie. E le stelle stanno a guardare.