Strage di Bologna, Gasparri: «Ho visto le carte. Via il segreto o sarà disobbedienza»

1 Ago 2019 16:02 - di Redazione

Lui li ha visti, letti. E sono documenti «importanti e interessanti». Ma, come gli altri, non ne può parlare, perché c’è «il vincolo della riservatezza». Partecipando alla presentazione dell’Intergruppo parlamentare per la verità sulla strage di Bologna, il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri offre la sua «testimonianza» personale sul fatto che esiste una verità celata nelle carte, sulla quale è ora di togliere il segreto di Stato. Una richiesta che fu già avanzata all’allora presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e che ora Gasparri rivolge a Giuseppe Conte, chiedendo «una data di scadenza» per la desecretazione.

Gasparri: «Vi racconto cosa ho visto»

«Mi auguro che l’Intergruppo parlamentare sulla strage di Bologna, istituito oggi, possa essere trasversale, con adesioni da ogni parte. Io vi dò la mia testimonianza», ha detto Gasparri, raccontando che «nella scorsa legislatura, insieme e Carlo Giovanardi qui presente, abbiamo fatto parte della commissione d’inchiesta sulla vicenda Moro, l’ennesima bicamerale costituita su quel che resta un episodio cruciale della storia d’Italia». «Con il vincolo della riservatezza che ancora c’è e rispetto – ha proseguito il senatore di Forza Italia – noi abbiamo potuto vedere i documenti relativi, anche quelli connessi alla storia delle Br e dei rapporti che ebbero con le realtà mediorientali. Abbiamo visionato gli atti, ci sono dei contenuti importanti e interessanti».

«Rispetto il vincolo, ma…»

Di quei documenti, però, non si poteva e non si può parlare. Per questo, ha raccontato ancora Gasparri, «abbiamo fatto delle lettere chiedendo all’allora presidente del Consiglio Gentiloni la desecretazione di questi materiali, che ho consultato nella sede di Largo Santa Susanna». «Riteniamo che sono documenti importanti per una completa lettura della verità. Uno potrebbe arrivare a un atto di disobbedienza, se continua l’omertà», ha quindi avvertito il senatore azzurro, sottolineando che «dobbiamo rinnovare, anche formalmente, al presidente del Consiglio Conte, la richiesta di desecretazione di questi atti e mettere anche una data di scadenza. Dobbiamo rinnovare questa richiesta – ha concluso – anche all’attuale governo».

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