Renzi detta legge nel Pd: «Voto anticipato, una follia». E prepara la resa dei conti con Zingaretti
Si è preso la scena, Renzi. E non ha nessuna intenzione di mollarla. Ha avuto l’occasione di ritornare in campo, ha esternato, ha indicato la strada ai suoi. In sostanza, ha preso il posto di Zingaretti, costretto a inseguirlo e a mettere paletti. La crisi di governo si è trasformata nel terreno di sconto per la resa dei conti nel Pd. Il Matteo toscano ha dalla sua i numeri dei parlamentari. E li fa pesare. Continua a pontificare: «Sarebbe la prima volta che si va a votare in autunno, che non ci sarebbe nulla di male», afferma a Radio Anch’io.
«Il problema – dice – sarebbe che per la prima volta l’Italia decide di andare al voto in piena legge di bilancio. Sarebbe la prima volta perché rischieremmo l’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva. Questo sarebbe un problema per tutti: famiglie, commercianti, imprese. Se vai alle elezioni e vai a votare il 3 novembre, tra i tempi tecnici per formare il governo non ci sarebbero più le condizioni per non aumentare l’Iva».
Facile a dirsi, per il M5S, che l’alleanza sarà senza Renzi. Perché è evidente a tutti che è lui a muovere i fili. E a trattare Zingaretti in un modo che sembra una presa in giro. «Mi pare che il Pd abbia una posizione molto chiara sul governo di legislatura. Zingaretti ha detto una cosa molto chiara: io ci sto se ci si farà un governo solido e forte. Però se la devono vedere Pd e 5Stelle, io non sono più il segretario del Pd», aggiunge Renzi.
Non manca l’attacco all’ex governo gialloverde. «Ci hanno raccontato che stavano cambiando l’Italia, l’Europa, che stavano riscrivendo la storia. Ce le ricordiamo queste persone quando dicevano con questa opposizione governeremo 30 anni. La realtà è che non sono riusciti a governare più di 14 mesi, azzerando la crescita economica. Tutto questo dimostra che hanno fallito», conclude Renzi.