Mara Carfagna contro i sovranisti: «Avete spaccato l’Italia con messaggi di odio»
«Con il sovranismo si conquistano voti, ma non si vince e soprattutto non si governa. Il sovranismo è un’illusione perché la battaglia per l’Italia si combatte stringendo alleanze, non distruggendole: cominciamo a dirlo». Mara Carfagna, interviene così dalle colonne del Foglio sul dibattito relativo al futuro del centrodestra. Nell’analisi della vicepresidente della Camera «il populismo non offre soluzioni ma solo sfogo alla rabbia delle persone».
Carfagna punta il dito contro il clima che ha portato «allo scontro settario con gli avversari, la perenne ricerca di un nemico, di ciò che divide anziché di ciò che unisce, la dicotomia tra buonismo e cattivismo sono l’esatto contrario della politica, che è l’arte di rendere armonica, sicura, felice, la Polis».
Il sovranismo «ha spaccato la società italiana con messaggi d’odio. Ha sdoganato sentimenti xenofobi che confinano col razzismo. Ha diffuso messaggi destabilizzanti e paure, trasformando in emergenza ansiogena il problema dell’immigrazione anziché affrontarlo in sede europea per cambiare le regole e mettere in sicurezza il Paese», accusa la vicepresidente della Camera.
«La destra sovranista ha fatto scelte di campo che costituiscono una rottura radicale con il modello di centrodestra liberale maggioritario nel Paese fino al 2018», sottolinea ancora Mara Carfagna. La destra salviniana «si è collocata contro l’Europa. In posizione ambigua rispetto agli Usa e all’alleanza occidentale. In politica economica ha avallato scelte assistenzialiste e improduttive e coltivato nicchie elettorali (vedi Quota 100) piuttosto che una visione di sviluppo all’altezza delle sfide del momento».
Per Carfagna «passata l’ubriacatura sovranista che ha consegnato il Paese alle sinistre» c’è «spazio per ricostruire l’unico centrodestra che può governare il Paese: riformatore, alternativo alle burocrazie parassitarie, capace di parlare al Nord e al Sud con la stessa efficacia e di valorizzare i territori senza lasciare nessuno indietro, forte in Europa e in grado di orientare le scelte dell’Unione». Si deve puntare a «un centrodestra popolare, liberale, europeista, garantista, che non aspiri solo a cavalcare i sondaggi, ma sappia trovare la strada per tornare al governo e determinare il futuro italiano».