Carabiniere ucciso, Capitano Ultimo: «Perché rivelare che non aveva la pistola?»

3 Ago 2019 10:51 - di Redazione

«È morto un giovane servitore dello Stato, sposato da poco, in modo atroce e per una concatenazione di aventi su cui si deve fare il massimo di chiarezza, come è doveroso per ogni fattispecie criminale». Parola del col. Sergio De Caprio, il “Capitano Ultimo” che arrestò Totò Riina. In un’intervista a La Verità si sofferma su alcuni aspetti dell’omicidio di Mario Cerciello Rega. A giudizio di “Capitano Ultimo” è opportuno che l’inchiesta proceda celermente senza lasciare ambigue zone d’ombra.

Capitano Ultimo: le indagini erano in corso…

De Caprio si chiede: «Perché, a indagini in corso, far filtrare la notizia che l’arma di ordinanza è stata ritrovata nel suo armadietto in caserma, aggiungendo e il motivo del perché fosse lì lo sa solo lui? Non solo: perché sostenere che i due carabinieri non immaginavano di trovare una persona con un coltello di 18 centimetri e di essere aggrediti quando si qualificavano come carabinieri?».

Le dimissioni dalla carica di presidente del Sim

Capitano Ultimo, che nei giorni scorsi si è dimesso dalla carica di presidente del Sim (Sindacato Italiano Militare) Carabinieri, ha presentato denuncia nei riguardi del comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, «per aver impedito lo svolgimento di qualsiasi attività sindacale all’interno delle caserme, anche a seguito di specifiche richieste della nostra associazione, con una condotta di fatto manifestamente antisindacale, con conseguente grave danno economico, che a mio avviso deve trovare un giusto risarcimento in sede civile, per via degli oggettivi ostacoli alle iscrizioni».

Commenti

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  • Giacomo 4 Agosto 2019

    Una cosa mi chiedo leggendo questi articoli, ovviamente grato a persone come il Cap. Ultimo, ma che senso ha il volto coperto e la pubblicazione sui media di nome e cognome ????