Brusca frenata di Grillo sul Pd: “Renzi non si toglie mai dalle scatole. Gentiloni è il nulla”
Il governo giallorosso è cosa fatta? Ogni conclusione sarebbe affrettata, dopo aver letto l’ultimo post di Beppe Grillo. Si leggono insulti pesanti contro Matteo Renzi, contro il Pd, ma anche contro Paolo Gentiloni. Insomma, non è proprio la benedizione che ti aspetteresti da parte del fondatore del M5s.
«Sembra che nessuno voglia perdonare a Conte la sua levatura ed il fatto che ci abbia restituito una parte della dignità persa di fronte al mondo intero. Ha reso possibili delle riforme che questo paese aspettava dai tempi dell’Antica Roma», scrive Grillo sul suo blog con le sue solite iperboli.
Il garante 5 Stelle chiede, di fatto, la conferma a Palazzo Chigi del premier. «Se dimostreremo la capacità di perdonare le sue virtù sarà un passo in avanti per il paese, qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui, come facesse parte di un mazzo di figurine del circo mediatico-politico, sarebbe una disgrazia. Ora ha pure un valore aggiunto… l’esperienza di avere governato questo strano paese…», aggiunge il co-fondatore del M5S.
E proprio nel ricostruire la vicenda politica recente, Grillo ricorda le ragioni del governo gialloverde. Il movimento «è stato costretto a cercare un’alleanza per evitare di rifare le elezioni dieci volte, anche grazie ad una legge elettorale fatta apposta e di fretta per renderci la vita difficile se avessimo vinto». Così il movimento sceglie di fare un contratto con la Lega di Salvini, che in quel periodo era molto meno screditata del “Partito democratico” oramai trasformato in un girone di filobanchieri dall’ex menomato morale di Firenze».
Grillo prende di mira i big del Pd
E Renzi viene definito, nella sua esperienza da premier, come un «finto rottamatore, un guascone che compare su tutte le reti in una svendita di ferrivecchi ripetendo “venghino siori venghino” salito su a furor di europee, mancette e menzogne… Anche lui va a Bruxelles, sempre felice di rappresentare al meglio l’Italia, comportandosi come un moccioso sempre appiccicato al telefono, anche lui obbedisce: via i diritti dei lavoratori, dopo la disintegrazione dell’esistenza ai pensionandi del competentissimo predecessore. Un tradimento senza alcuna decenza della storia del suo partito, di quella del paese e dei suoi sistemi di equilibrio sociale. Un personaggio che scorre senza togliersi mai veramente dalle scatole che viene sostituito da un’altra pausa di nulla assoluto, difficile ricordarne il nome». E il riferimento all’attuale presidente del Pd, Paolo Gentiloni è forse ancora più offensivo. Niente male per uno che dovrebbe benedire l’inciucio tra Pd-M5s.
La cosa peggiore che potete fare e lasciare spazio a quelli che ci hanno rovinato. Il PD è stato punito tagli italiani ed imporcelo di nuovo tracollo per la no vi rende onore. Abbiate coraggio e fate giudicare agli italiani il vostro valore. A costo di perdere qualche pezzo