Sarà pure mondiale, ma il bacio merita assai di più di una giornata di festa

6 Lug 2019 14:30 - di Mario Aldo Stilton

Buoni baci a tutti. Che, detta così, sembra l’ennesima stupidata. E forse lo è. Perchè, in quest’emisfero autoreferenziale e sempre più demenziale dove ci tocca vivere, di stupidate ne fioriscono sempre di nuove.  Cosicché è inutile pensare che possa passare inosservata e silente questa Giornata mondiale del Bacio. Impossibile. Perciò, in attesa che la realtà dei fatti ci dia concreta conferma della lieta novella illustrata da Vladimir Putin sul “liberalismo idea largamente superata”, occupiamoci di quest’apostrofo rosa che Edmond Rostand ha piazzato tra le parole “t’amo”. E che la nota fabbrica umbra ha usato per incartarci il cioccolatino omonimo. Buoni baci a tutti. Comunque e dovunque. D’istinto o programmati che siano. Perché contrariamente allo schiaffo li si accetta sempre, anche se inaspettati. Ma siccome ci sono baci e baci, noi non dimenticheremo quelli che altri non menzioneranno nemmeno. Il bacio tutto sovietico, fraterno e socialista di Brezhnev al vassallo della Ddr, Honecker prodromico della fine del comunismo col crollo del Muro dieci anni dopo. Quello tra una finta suora e un prete fasullo in posa, realizzato (per la campagna multicolor del maglificio che poi comprò Autostrade!) dal fotoprovocatore Oliviero Toscani. E ancora quello più controverso di tutti, mai provato sebbene tanto raccontato, tra il boss Totò Riina e quel Giulio Andreotti già Belzebù che non si sa bene se adesso, leggendone, ci ignori da laggiù. E insomma, i baci sono baci. E come magistralmente scritto da Pietrangelo Buttafuoco possono essere “definitivi“. Lasciando perdere quelli cinematografici e teatrali, trascurando il geniale Magritte con la sua coppia coperta da un velo che si abbraccia e si bacia, c’è tutta una miriade di baci, noti, ignoti o soltanto privati, che quindi precedono e quasi obbligano alla celebrazione. Che certamente spingono all’emulazione tutti coloro che si stanno industriando, da ore, per riuscire a piazzare sui rispettivi social il più glamour, cliccato e virale di tutti i baci. Contenti, probabilmente, di qualsivoglia risultato. Ma forse del tutto ignari della poesia custodita in quel gesto lungo una vita che nessuna foto potrà mai eguagliare. Quello che William Shakespeare ci tramandò lasciandoci afoni: “Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci“. Buoni baci a tutti.

 

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