Potenziale terrorista nigeriano condannato torna in libertà: ha fatto ricorso alla Corte Ue…
”Lo scorso 12 luglio avevo firmato la sua espulsione dall’Italia, visto che gli investigatori lo ritenevano un pericoloso esponente dell’ala anarco-insurrezionalista di Bologna. Ma U.D., nigeriano classe 1994 , condannato per detenzione di materiale idoneo alla fabbricazione di esplosivi con tanto di manuale di istruzioni, ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e la sua espulsione è slittata. Poi il giudice di pace non ha convalidato il fermo nel Cpr e ora questo potenziale terrorista è tornato libero. Ovviamente non mollo e monitoriamo la situazione, ma la vicenda è vergognosa. Uno schiaffo agli italiani perbene, alle Forze dell’Ordine e agli inquirenti. Riforma della Giustizia subito!”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che però dovrebbe interrogarsi sullo strapotere della mafia nigeriana in Italia.
Strapotere della mafia nigeriana in Italia
Intanto la mafia nigeriana continua a operare indisturbata nel nostro Paese: la sera del 17 luglio, nella zona di viale Gramsci, a Modena, i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato un nigeriano di 39 anni, con precedenti di polizia, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le operazioni di identificazione e arresto l’uomo si è disfatto della droga e, nel tentativo di scappare, ha opposto resistenza alle forze dell’ordine. Il nigeriano è stato comunque arrestato e condotto, il giorno successivo, in tribunale per il giudizio direttissimo al termine del quale è stato condannato alla pena di un anno e due mesi di reclusione. Nelle more del passaggio in giudicato della sentenza, lo straniero è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Modena. Qualche giorno fa, sempre in viale Gramsci, i militari avevano arrestato un altro giovane nigeriano, intento a spacciare stupefacenti. Dall’EMilia ROmagna all’Abruzzo: la Polizia di Stato di Teramo ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 6 persone, di cui 5 di etnia nigeriana, accusate di tratta di esseri umani, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile sono partite dal monitoraggio costante della strada ”Bonifica del Tronto” allo scopo di interrompere il costante flusso di giovanissime donne nigeriane, reclutate in patria con la promessa di un lavoro in Europa e poi fatte giungere clandestinamente attraverso disperati viaggi lungo la rotta mediterranea.