Carlo Giuliani, 18 anni dopo. I sindacati di polizia: «Non fu un martire, basta celebrarlo»
Ricordiamolo, diciamolo ai giovani che quello che ha fatto Carlo Giuliani non si deve fare, in alcun caso, per nessuno motivo. A parlare è il segretario generale del Fsp (sindacato) della Polizia di Stato, Valter Mazzetti, nel giorno in cui a Genova, in piazza Alimonda, è previsto come ogni anno un concerto in memoria del militante no global che prese parte agli scontri del G8 di Genova nel 2001, ucciso per legittima difesa da un agente mentre stava per assaltare “armato” di un estintore una camionetta della polizia.
La Polizia: perché celebrare Giuliani?
«Di qui a breve avrà inizio l’ennesima celebrazione in onore di Carlo Giuliani, e come sempre troviamo la cosa totalmente incomprensibile, perché non si riesce davvero a capire quale merito abbia avuto un giovane che travisato e armato si scagliò contro le Forze di Polizia in piazza Alimonda rischiando di uccidere un carabiniere che stava solo facendo il proprio dovere», dice Mazzetti sfidano le sicure polemiche e strumentalizzazioni sulle sue parole. «L’iniziativa è titolata “per non dimentiCarlo”, e allora bene, ricordiamo Carlo Giuliani, un giovane uomo che perse la vita, perché questa è sempre una tragedia. Ricordiamo il dolore di una famiglia, che merita rispetto. Ma ricordiamo soprattutto la realtà dei fatti». Perché – prosegue ik segretario sindacale – «quel giovane morì commettendo dei reati, che volutamente e coscientemente partecipò a una guerriglia che mise tutti in pericolo, e che assieme ad altri attentò alla vita di un uomo ancor più giovane di lui, quel Mario Placanica la cui esistenza pure è stata distrutta dal comportamento scellerato di chi lo ha costretto a una reazione legittima, come accertato in ogni sede giudiziaria, che è diventata un peso troppo grande da portare in ogni singolo giorno che gli è rimasto da vivere, se vita è questa».
Togliere il cippo da piazza Alimonda
Infine un appello accorato ai “cattivi maestri”: «Ricordiamolo, soprattutto ai giovani, che la violenza non è mai giustificabile e ammissibile. Carlo Giuliani non è stato un martire. Si smetta di celebrarlo come fosse un eroe, usando la sua memoria per continuare pervicacemente a criminalizzare chi porta la divisa trincerandosi dietro al dramma della sua morte. Ricordiamo Giuliani, sì, ma senza ipocrisia. Smettiamo di celebrarlo, perché non c’è alcun merito e meno che mai onore in ciò che fece. Nessun onore che giustifichi alcuna celebrazione, né alcun cippo come quello che ancora campeggia in quella piazza e che nessuno si decide a eliminare».
Concordo I N T O T O !!!!!!!!!