Si limiti alle domande o si candidi col Pd: sulla “Sea Watch” lite Salvini-cronista (Video)

16 Giu 2019 17:15 - di Lara Rastellino

Sul caos Sea Watch è lite all’ultima battuta al vetriolo tra i corsari dem contro la linea dura del Viminale. Non bastano circolari, decreti e minacce di cause e denunce: stavolta Salvini litiga con la cronista di Sky tg 24 sulla vexata quaestio porti chiusi e immigrazione selvaggia e clandestina. Il vicepremier in visita a Recco viene circondato dai giornalisti e subito si anima un botta e risposta polemico con uno dei cronisti che lo assedia col microfono puntato contro. La prima domanda riguarda l’Europa, la minaccia di una procedura d’infrazione e le contromosse dell’esecutivo in materia di economia e rapporti con l’Unione. Nulla di nuovo, insomma: il copione è noto e la battuta del protagonista in scena è conosciuta. «Il primo impegno che voglio mantenere nella manovra economica del prossimo inverno è tagliare le tasse a lavoratori e imprenditori italiani. Non c’è nessun braccio di ferro con l’Europa: ridurre le tasse è un nostro impegno e un nostro diritto, anzi un nostro dovere. Nessuno potrà impedirci di ridurre le tasse agli italiani». Il mantra è ineccepibile e le pallottole alle pistole dei detrattori messe in sordina…

Caos “Sea Watch”: è lite tra Salvini e la giornalista

Peccato che subito dopo si passi al tema di questi giorni: immigrazione selvaggia e sfida posta in essere dalla Sea Watch, nave dei una Ong tedesca battente bandiera olandese, decisa sin dalle prime battute del salvataggio di 52 migranti a largo delle coste libiche a provocare l’Italia e il Viminale. Dopo aver rifiutato infatti un porto sicuiro garantito da Tripoli a naufraghi e soccorritori, l’imbarcazione prime si è diretta verso la Tunisia, poi, snobbati Libia, Tunisi e Malta, ha puntato il timone direttamente verso Lampedusa, dove attualmente si trova al largo di 15 miglia e in attesa di un attracco nell’isola. Per questo, quando la giornalista di Sky tg24 chiede al ministro dell’Interno aggiornamenti sulla nave della Ong a largo di Lampedusa, dopo l’accoglienza riservata a bambini, malati e donne incinta scesi e approdati nel nostro porto nonostante la conferma ministeriale dei porti chiusi, Salvini sbotta e commenta: «Ci sono persone a bordo per scelta di questi delinquenti – ha detto il ministro dell’Interno –, per scelta di questi sequestratori di esseri umani. Bambini, donne incinte e malati scendono, questi delinquenti risponderanno alle loro coscienze di eventuali problemi. Questi dovevano andare in Libia, potevano andare in Tunisia o a Malta: sono arrivati in Italia. L’hanno chiesto loro il porto alla Libia, la Libia lo ha dato e loro hanno disobbedito». La cronista, però, non è soddisfatta della risposta, e insiste, incalzando Salvini su una possibile definizione o comunque su cosa si intenda con “porto sicuro” a Tripoli. A quel punto, prima il vicepremier del carroccio prova ancora a contenersi spiegando che «il porto lo hanno chiesto loro, il porto l’hanno chiesto loro», ripete addirittura una seconda volta prima di sbottare e di dire: «Scusi lei fa politica? Se vuole far politica si candidi con la sinistra» e poi ne parliamo. Ma a quel punto la cronista tace, forse ormai a corto di argomenti…

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