Monti e Renzi si rinfacciano i loro fallimenti: botta e risposta al vetriolo

17 Giu 2019 10:26 - di Gabriele Alberti

Non ha prezzo vedere due ex premier fallimentari sotto il profilo dei risultati ottenuti rinfacciarsi i loro fallimenti. E’ la prova provata dell’inefficiacia delle loro ricette sulla nostra economia. Sono volati stracci tra Mario Monti e Matteo Renzi, uno più livoroso dell’altro. Il professore dell’austerity e della legge Fornero in un editoriale sul  Corriere della Sera ha fatto una disamina su quali sono stati i fattori che avrebbero portato all’apertura della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia: la colpa -scrive il professore – va addebitata anche alle politiche messe in atto durante il periodo di presidenza di Matteo Renzi. Al che Renzi ha sbroccato, gli ha risposto per le rime dal suo profilo Fb, elencando e performance e i numeri del suo esecutivo che sbugiarderebbero il professore. Ha poi preteso e ottenuto il diritto di replica dalle colonne del Corriere. Non senza avere sputato veleno sul suo predecessore a Palazzo Chigi.  «Monti pontifica tutti i giorni sul Corriere e in Tv ma non dimentichiamoci mai questi dati. Perché è l’ora di finirla con le fake news: i fatti sono argomenti testardi. E i tecnici dovrebbero imparare a rendere conto dei numeri anziché delle chiacchiere».

Chi racconta più fake news

Matteo Renzi risponde a sua volta con una fake news, perché ua cosa è certa, la crescita non c’è stata nè con  Monti né con Renzi. Non è un caso che gli italiani non li abbiano voluti più vedere nenache i cartolina. Risponde Renzi con un articolo dal titolo “Con noi l’Italia tornò a crescere”, sbrodolandosi: «Parlino i numeri, non le ideologie. Con Monti l’Italia ha vissuto una profonda recessione: la crescita era negativa (-2,4%), gli indici di fiducia ai minimi, i posti di lavoro erano 22 milioni, le tasse erano aumentate a cominciare dall’Imu e interi settori distrutti da un furore anti-impresa inspiegabile. Con noi l’Italia è tornata a crescere».  Una tortura solo a leggerlo. Il senatore dem cita alcuni risultati del suo mandato, aggiungendo che «paragonare la nostra esperienza a quella di Salvini e Di Maio è sbagliato. Farlo dopo che uno ha votato a favore in Parlamento per il governo di Salvini e Di Maio è quasi ridicolo». Insomma, questo diverbio su chi abbia fallito di più è la prova provata che le reciproche ricette hanno rappresentato una debacle per l’Italia. E gli italiani lo sanno.

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