Varese, indagato l’ex candidato sindaco leghista Orrigoni: presunta tangente di 50mila euro
L’interrogatorio dell’imprenditore Piero Enrico Tonetti, finito ai domiciliari nell’inchiesta della procura di Milano su tangenti e nomine pilotate in Lombardia, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Paolo Orrigoni, amministratore delegato della catena di supermercati Tigros ma anche candidato leghista – sconfitto – di tutto il centrodestra alle Comunali di Varese del 2016, quando si andò a votare per designare proprio l’erede dell’attuale governatore lombardo, Attilio Fontana, indagato per abuso d’ufficio. Lo apprendiamo dal Corriere della Sera.
Tangente di 50mila euro
Sulla base delle dichiarazioni di Tonetti, i pm Luigi Furno, Silvia Bonardi e Adriano Scudieri hanno accusato Orrigoni di aver pagato una tangente di 50mila euro, attraverso un progetto affidato a uno studio di ingegneria, al coordinatore di Forza Italia a Gallarate e consigliere della partecipata Accam, Alberto Biliardo, già in carcere. Il denaro sarebbe stato il prezzo per ottenere una variante urbanistica al piano regolatore di Gallarate. Quella modifica riguardava un’area di proprietà di una società di Tonetti, già ceduta con un contratto preliminare a Orrigoni, che su quel terreno voleva farci un supermercato. Quindi, secondo i pm, la tangente è arrivata passata dalle mani di Tonetti, come un anticipo rispetto a quanto avrebbe ricevuto da Orrigoni.
La replica
«Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia – commenta Orrigoni – e sto apprendendo le novità dalla stampa. Non ho niente da nascondere e sono sereno». Anche l’ufficio stampa di Tigros spiega in una nota: «Né Paolo Orrigoni personalmente né Tigros hanno mai corrisposto, direttamente o indirettamente, alcuna utilità indebita ad un pubblico ufficiale in relazione ad operazioni immobiliari compiute o da compiere nel comune di Gallarate». Salgono così a 105 gli indagati finiti sotto inchiesta nell’ambito dell’indagine della Dda milanese su un vasto sistema corruttivo in Lombardia che lo scorso 7 maggio ha portato a eseguire 43 misure cautelari, tra cui 12 in carcere e 16 ai domiciliari.