Sacerdozio femminile? Papa Bergoglio frena: «Se il Signore non ha voluto, non va bene…»
Diaconato femminile e ministeri alle donne nella Chiesa. Il Papa affronta l’argomento incontrando le Superiore generali dell’Uisg, al termine della triennale Assemblea generale. Erano state proprio loro a chiedere al Pontefice di istituire una commissione ad hoc per studiare il diaconato femminile e il Papa ha accolto il loro suggerimento. Bergoglio, in un botta e risposte con le suore riunite nell’Aula Paolo VI (850 superiore generali arrivate da 80 Paesi diversi) affronta l’argomento con cautela, come già aveva fatto nella conferenza stampa di ritorno dalla Macedonia. «Quando mi avete suggerito di fare la commissione – ricorda Francesco – ho detto di sì, ho fatto la commissione che ha lavorato bene. Uomini e donne sono arrivati ad un certo punto, poi ognuno aveva la propria idea. Così io consegno alla vostra presidente il risultato del poco a cui sono arrivati in accordo tutti, poi io ho con me la relazione personale di ognuno. Si deve studiare questo, perchè io non posso fare un decreto sacramentale senza un fondamento storico ma si è lavorato abbastanza. Il risultato non è granchè ma è un passo avanti. C’era una forma di diaconato in origine nella Siria: aiutavano per i battesimi, per lo scioglimento delle nozze, la forma di ordinazione non era sacramentale era per così dire come oggi è la benedizione abbaziale di una badessa».
Il Papa dice che la commissione che ha lavorato sul diaconato femminile ha “fatto un bel lavoro poi sulla funzione della donna nella Chiesa cercate di andare avanti nella domanda. Quale è il lavoro della donna consacrata nella Chiesa?”. Il Pontefice avverte: «Non sbagliate pensando che sia solo un lavoro funzionale. No, importante è andare oltre le funzioni e ancora non è stata maturata” la questione “non abbiamo capito bene. La Chiesa è donna. Qualcuno – osserva il Pontefice – dice: ‘sì, ma questa è una immagine’. No, è la realtà, nella Bibbia è la sposa di Gesù. Su questa teologia della donna dobbiamo andare avanti. La Chiesa si sviluppa nel cammino, nella fedeltà alla rivelazione. E’ vero che la rivelazione si sviluppa col tempo e noi col tempo capiamo meglio la fede». Del resto, annota il Papa, “il modo di capire la fede oggi dopo il Vaticano II è diverso perchè c’è stato uno sviluppo della coscienza”. Dice il Papa: “la coscienza della fede cresce con gli anni, si allarga col tempo, si capisce meglio e con gli anni si sublima. Se io vedo che questo che penso adesso è in connessione con la rivelazione va bene, ma se è una cosa strana che non è secondo il campo morale non va, perciò sul diaconato dobbiamo cercare cosa c’era all’inizio della rivelazione. Se il Signore non ha voluto il ministero per le donne, non va. Non è solo questo: ci sono due cose in più, la cosa in più è il dialogo col quale viviamo e questo dialogo col mondo provoca situazioni nuove che chiedono risposte nuove e devono essere in armonia con la rivelazione, il dialogo. non avere paura di dialogare. Poi testimoniare e discernere, abbiamo bisogno di discernere: non è tutto bianco o grigio è tutto in cammino, camminiamo. Credo che funzionalmente questa è la risposta: non solo le definizioni dogmatiche aiuteranno ma non possiamo andare oltre la rivelazione e l’esplicitazione dogmatica, siamo cattolici».