Musica h24, roghi tossici e paura: ecco il quartiere in ostaggio dei nomadi. La rabbia dei residenti: Sala dov’è?

7 Mag 2019 13:01 - di Martino Della Costa
Immagini che spiegano perché è stata chiesta la bonifica dei campi nomadi

Residenti di un quartiere di Milano in rivolta: contro i rom che li tengono in ostaggio di rumori molesti, prima, e contro il sindaco Sala contro cui tuonano: «Ci ha abbandonati»…

Un quartiere in balia del campo nomadi con discoteca abusiva, roghi tossici e lancio di sassi

Un dramma quotidiano, quello vissuto in via Negrotto, a Milano, dove secondo quanto riferito in un ampio servizio d’apertura realizzato da Il Giornale, «i nomadi del campo tengono in ostaggio i residenti». Oltre il danno, la beffa, insomma:  stando a quanto denunciato dal quotidiano diretto da Sallusti in via Negrotto, nella periferia nord-ovest della città, tra la stazione di Milano-Villapizzone e Milano-Certosa, insiste uno degli 11 campi nomadi autorizzati dal comune cittadino. Un disagio, per chi in quella lunga strada a serpentone vive e dimora, acuito da una serie di comportamenti fastidiosi ostentati dai rom di zona, che hanno nel tempo acuito le difficoltà pratiche di una convivenza già difficile sulla carta. E allora, come scrive Il Giornale, i malcapitati residenti, mai avvezzi a vivere nella paura e nel degrado, sono praticamente in balia degli abitanti dell’accampamento-polveriera, i cui rumorosi e invadenti abitanti «sparano la musica a tutto volume, avendo allestito nel loro pezzo di terra una sorta di discoteca abusiva, con tanto di impianto stereo ad alti, altissimi decibel». E se, malauguratamente qualcuno prova anche solo ad eccepire con una timida lamentela, la replica è sempre e comunque una minaccia, un insulto, un improperio.

I residenti di via Negrotto tra rabbia e paura: il sindaco Sala ci ha abbandonati…

E non è ancora nemmeno tutto: perché, stando a quanto denunciato dal quotidiano milanese, oltre alla discoteca abusiva, i vicini nomadi dei poveri residenti di via Negrotto sono costretti a incassare l’esplosione di fuochi d’artificio, i roghi tossici di cavi di gomma bruciati – con conseguenti esalazioni di fumi neri e diossina – «per ricavarne fuori il rame». E tra un rogo e un rave, c’è anche chi, tra i rom dell’insediamento, s’improvvisa giocatore di golf pronto a «lanciare sassi lungo i binari della ferrovia, scaraventandoli con una mazza proprio verso le case del lato nord di via Negrotto, spaccando vetri e finestrini e rischiando di ammazzare qualcuno: già, perché un uomo si vide sfiorare da un sasso, che gli passò a qualche centimetro dal naso», scrive Il Giornale. Insomma, un quadro devastante, quello ritratto a tinte fosche, nella disperazione e nel timore di possibili ritorsioni, di due coraggiosi abitanti del quartiere che, oltre a disagio e  paura, denunciano anche l’abbandono inflitto nel silenzio dalle istituzioni. E non solo: uno dei residenti che ha avuto il coraggio di denunciare tutto al cronista de Il Giornale, ha anche spiegato che «quando chiamiamo la polizia, ci dicono che mandano una volante, che poi non arriva mai: hanno paura a entrare nel campo da soli».

Il rimpianto per quando c’erano la Moratti e l’assessore alla sicurezza era De Corato…

E tra chi rincara la dose dei disagi e del degrado, del terrore e del silenzio, parlando di “orti abusivi” (con relativi inquilini…), litigi tra famiglie rom schierate animosamente una contro l’altra, e il sindaco Sala che, riporta Il Giornale, «si guarda bene dall’amministrare questa fetta triangolare di Milano, dove nel 2030 dovrebbe sorgere – proprio dove oggi c’è il campo rom – una delle fermate della metropolitana meneghina, i cui lavori sarebbero dovuti iniziare già a novembre 2018», c’è chi – e sono in molti – rimpiange quando c’erano la Moratti e l’assessore alla Sicurezza De Corato che «ogni dieci giorni mandava carabinieri e poliziotti a identificare queste persone, tenendoli ben sotto controllo, anche numericamente. Dopo, con Pisapia e poi Sala, non si sono più viste queste ispezioni e nel campo di via Negrotto sono arrivate orde di persone, facendo quello che vogliono». E la vita dei poveri residenti si è trasformata in un incubo, senza tranquillità, senza sonno, senza tetto né legge…

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