La Meloni conquista gli Stati generali dei commercialisti, fischi ai 5Stelle (video)
Una Giorgia Meloni agguerrita arriva agli Stati generali dei commercialisti all’Eur, a Roma. Parla a tutto campo. La leader di FdI affronta molti punti cruciali, incassando l’elogio dei professionisti presenti che sottolineano con applausi i vari passaggi della leader di FdI. «Pur apprezzando la presenza di parlamentari tecnici, noi avremmo voluto essere ascoltati sui problemi della nostra professione», esordisce il presidente del Consiglio dei commercialisti e degli esperti contabili, Massimo Miani che ha ringraziato Giorgia Meloni, per la sua presenza agli Stati generali della professione, riconoscendole una grande dote: «non ha paura del confronto». Stride, per contrasto, nella stessa sede, la brutta accoglienza riservata al sottosegretario pentastellato agli Affari regionali Stefano Buffagni con sonori “buuu..” .
«Il governo chiarisca su Iva e accise»
E a proposito di critiche alla politica economica del governo, la Meloni entra subito in argomenti chiave: «Speriamo, dopo questo contenzioso su Siri, che interessava agli italiani fino ad un certo punto, il governo chiarisca prima del 26 maggio come intende operare per evitare l’aumento dell’Iva e delle accise», trovando i necessari 25 miliardi. I commercialisti hanno apprezzato la battagia di FdI contro l’assurdità della fatturazione elettronica, che ha messo in crisi i commerciaisti da un lato e gli imprenditori dall’altro. Hanno plaudito alla posizione della Meloni sulla Tav contro l’immobilismo e la “decrescita” a cui vorrebbero costringerci i pentastellati. Piace la critica al reddito di cittadinanza, che non è una misura per la crescita. Argomento che chiama in causa l’idea di Europa. Un’Europa che non cresce. «L’Europa deve cambiare comlessivamente quanto a politica monetaria e a politica economicae bancaria. L’euro è una moneta agganciata all’economia tedesca. Servono dei correttivi per non penalizzare altri Paesi». Applausi.
«Rom? Sono d’accordo con Di Maio…»
Tiene banco ancora la questione romana che ha messo in subbuglio la città. Paradossalmente, dice la Meloni, «stavolta sono d’accordo con Di Maio quando dice che la Raggi farebbe meglio a occuparsi dei romani che dei Rom». Ha poi completato il ragionamento la leader di FdI: «Obiettivamente il Comune di Roma sta operando una serie di discriminazioni. Raggi dice che “Roma non è razzista”, ma lo è: ai Rom riconosce 5000 euro se aprono un’attività, 800 per l’affitto, gli pagano il “mental coach” per andare a lavorare. Non mi pare che il Comune abbia attivato queste misure anche per i romani poveri che non sono di etnia Rom o Sinti. Nell’assegnazione delle case popolari i Rom in uscita dai campi nomadi hanno un punteggio aggiuntivo. C’è una discriminazione a danno degli altri romani».
Salone del libro: «Sindaco e governatore non hanno nulla da fare…»
Si passa alla querelle che sta tenendo banco. Oggi si apre il Salone del Libro, con l’estromissione assurda di Altaforte editore. La Meloni non ha dubbi: «È una deriva molto pericolosa perché il passaggio successivo è capire quali libri possano essere stampati e quali possono essere letti. È un modello che non mi appartiene». La bordata è alla cinquestelle Appendino e al goveratore Pd Chiamparino: «Sì vede – ha affermato Giorgia Meloni – che il presidente della Regione e il sindaco di Torino non hanno molto di cui occuparsi. Sarebbe meglio se si occupassero di più dei problemi dei torinesi».