Giorgetti a Salvini: «Al prossimo giro rompiamo con il M5S, dovevamo farlo prima»

7 Mag 2019 10:37 - di Gabriele Alberti

La resa dei conti è vicina. Cosa succederà mercoledì al Consiglio dei ministri non è dato sapere, ma la frattura tra Lega e M5S sul caso Siri è profonda. Una partita cruciale tra Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, anche se pare che al momento nessuno voglia aprire una crisi  di governo. L’esecutivo non cadrà sul caso del sottosegretario leghista, sembra essere la convinzione prevalente. Anche se i motivi per rompere c’erano tutti. E da molto.

Lo sfogo di Giorgetti

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti lo ha detto e ripetuto in varie occasioni. E’ lui che all’interno della Lega sta maggiormente “soffrendo” la coabitazione con i cinquestelle. E in maniera chiara, non ha mai nascosto i motivi. Il suo sfogo: «Se avessimo rotto sulla Tav, avrebbe avuto un senso, la Lega avrebbe preso il 40 per cento. Il problema non è Siri. Ma al prossimo giro Salvini rompe davvero su un terreno che gli conviene. Ha imparato la lezione della Tav». Sono parole che leggiamo in un retroscena della Stampa. Insomma, indipendentemente da come andrà a finire la vicenda delle dimissioni di Siri, ci potrebbero essere altri casi in cui i 5 Stelle alzeranno la «bandiera giacobina» del giustizialismo. Andare avanti così sarebbe uno stillicidio.

Si avvicina il “redde rationem”

Non si sopportano. Salvini non ha fiducia nel premier, non lo considera più super partes. Ma soprattutto è stufo degli insulti che arrivano dal M5S. («Moderino le parole»). Dal canto suo Di Maio non frena, anzi provoca l’alleato. Gli dice che non ha alcuna intenzione di tapparsi la bocca di fronte alla corruzione. Quale credibilità pensano di ottenere andando avanti tra continue fibrillazioni? Non solo. Di Maio allontana ancora l’approvazione dell’autonomia regionale, tema, questo, che per la Lega è una veramente dirimente. Per cui, il redde rationem vero sta arrivando e non sarà su Siri ma su argomenti economici, essenziali per l’economia del Paese. La “profezia” di Giorgetti è molto realistica.

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