Di Maio bacia il Tricolore (contro il rosario di Salvini). Ma il M5S quando mai è stato patriottico?
Alla fine anche lui ha trovato il coup de theatre per non essere da meno di Matteo Salvini col suo rosario: così Luigi Di Maio a conclusione del comizio in piazza Bocca della Verità a Roma ha baciato il tricolore autoassegnandosi il compito di cambiare l’Italia. Un gesto inusuale per un grillino visto che nell’immaginario simbolico dei post-grillini il tricolore non è mai stato ai primi posti. Anzi tutti ricordano quando Di Maio esortò a esporre la bandiera italiana alle finestre contro il presidente della Repubblica che aveva bocciato inizialmente il governo giallo-verde. La folla intanto, mentre il capo agitava il tricolore con la mano destra, gridava “onestà, onestà” e non certo “Italia, Italia”. Più recenti, le frecciatine, sempre dello stesso Di Maio, contro i sovranisti che non vogliono il bene dell’Italia. Fino a ieri, dunque, ha ostentato ostilità ideologica verso ogni forma di nazionalismo salvo poi recuperare all’ultimo momento quella bandiera per lungo tempo ignorata. Per non parlare di Roberto Fico, presidente della Camera, che lo scorso 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica salutò la folla col pugno chiuso e che mentre risuonava l’inno nazionale era assorto nei suoi pensieri e con le mani in tasca. Per dire che l’amor di Patria non si improvvisa: o un movimento ce l’ha nel suo dna o è difficile recuperarlo a scopi elettorali.