Clamorosa gaffe della ministra Trenta: «Salvati 9 pescherecci dai libici», ma era falso. Lite Difesa-Viminale

4 Mag 2019 19:42 - di Lucio Meo
Trenta

Incredibile ma vero, il ministero della Difesa annuncia il salvataggio di 9 pescherecci italiani dalle mani delle motovedette libiche, la Trenta si dichiara soddisfatta poi dopo un paio d’ore è costretta a smentire tutto: era una fake news. Accade nel governo giallo-verde, sul fronte del Mediterraneo, con tanto di scambio di accuse tra il ministero della Difesa e il Viminale, che aveva fatto notare la clamorosa gaffe della Trenta.

Alle 11.47 il Ministero della Difesa cinguettava su Twitter: “#4 maggio: pescherecci italiani nel mirino delle motovedette libiche salvati dalla Marina Militare. Il ministro Elisabetta Trenta: grazie al coraggio e alla professionalità dell’Italian Navy si è evitato il peggio”. Il tweet dopo un po’ scompariva dal profilo del Ministero della Difesa ma era immortalato da Mediterranea Saving Human e riproposto sulla pagina dell’organizzazione della nave Mare Jonio. E il giallo diventava un caso diplomatico, con tanto di smentita ufficiale della Difesa: «Quanto riportato da organi di stampa circa un salvataggio della Marina di alcuni pescherecci nei pressi delle acque libiche è falso. Appresa la notizia abbiamo provveduto a rimuovere il tweet precedente». Il primo caso in cui un ministero si scusa per aver saputo, non dalle proprie fonti, bensì dai giornalisti, l’esito di una operazione in mare della quale la ministra si è anche presa il merito, ma che era del tutto falsa, mai avvenuta. In un primo tempo, infatti, sembrava che due pattugliatori della Marina militare fossero intervenuti in soccorso di nove pescherecci italiani che stavano pescando a ridosso delle acque territoriali libiche e che sarebbero stati presi di mira da alcune motovedette libiche con il possibile intento di sequestrarli. Niente di tutto questo però, con ovvi strascichi polemici sul fronte politico.

Il deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi, scrive su Twitter che “può il ministero della Difesa comunicare una fake news? Può Elisabetta Trenta elogiare la Marina militare per un’azione mai avvenuta? Bastava telefonare alla Marina per scoprire che si trattava di falsa notizia. Inadeguatezza politica”, conclude il parlamentare dem, “sta massacrando la reputazione delle Forze armate”. Critiche anche da Forza Italia: «Invece di occuparsi della situazione in Libia che sta mettendo a rischio i nostri interessi nazionali, la ministra Trenta stamani ha elogiato la Marina militare per un presunto salvataggio di pescherecci italiani al largo delle coste libiche in realtà mai avvenuto, così come non c’è mai stata alcuna minaccia da parte di fantomatiche motovedette. Insomma, dopo aver preso per buona e diffuso una fake news il ministero della Difesa è stato costretto a smentirsi in tempo reale. Una figuraccia che poteva essere evitata con un minimo di comunicazione tra ministero e Marina militare», attacca Anna Maria Bernini, capogruppo Fi al Senato.

Scambio al vetriolo, infine, anche tra Viminale e Difesa: «Anziché chiedere alla sua Marina Militare, il ministro Elisabetta Trenta si basa sulle agenzie di stampa e poi è costretta a rettificare. Non è informata e non approfondisce: preferisce polemizzare col ministro Matteo Salvini e a criticare servitori dello Stato come il generale Riccò. Il ministro della Difesa faccia il ministro della Difesa. Le Forze Armate italiane meritano molto di più», avevano fatto sapere nel pomeriggio fonti del ministero di Salvini. Dura la replica: «Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali. In questo caso per attaccare il ministro Trenta. Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Dispiace che il Viminale, il cui titolare è Matteo Salvini, piuttosto che occuparsi della sicurezza del Paese, pensi a un tweet. Dispiace per l’Italia!», facevano sapere fonti della Difesa. Poi un post ufficiale: «Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali. In questo caso per attaccare il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, l’unico ministro ad aver avuto il coraggio di aprire dei dossier fino a qualche anno fa intoccabili, come ad esempio il tema uranio impoverito e la trasparenza nelle commissioni di valutazione dei militari. Oggi il ministero della Difesa, dunque l’istituzione, non il ministro Trenta, ha rettificato un tweet errato. Una sciocchezza nell’ordinario quotidiano. E cosa è accaduto? È accaduto che il Viminale ha attaccato senza alcun motivo la ministra. Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Usare una istituzione per muovere un attacco a fini elettorali era qualcosa a cui non eravamo abituati».

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