Berlusconi prepara la “rivoluzione azzurra”: leader e nuova squadra dopo il voto

24 Mag 2019 17:50 - di Valerio Falerni

Chi lo incontrato nelle ultime ore lo descrive convinto che Forza Italia non scenderà sotto una percentuale a doppia cifra, ma nello stesso tempo immerso nel risiko interno del partito, finalmente consapevole che non sarà certo un restyling grafico del simbolo invertire la tendenza elettorale al ribasso e che neppure lui, Silvio Berlusconi, può essere uomo per tutte le stagioni. Soprattutto a 83 anni suonati e con qualche acciacco nel corpo. Il Cavaliere ha già fatto sapere ai più stretti componenti del cosiddetto cerchio magico che dal 27 maggio, il lunedì post-elettorale, mentre gli altri leader salteranno da uno talk-show all’altro per cantare vittoria, spesso anche a dispetto dei numeri usciti dalle urne, lui sarà chino sulla mappa di Forza Italia per scoprirne la nuova geografia interna, i suoi aspiranti leader e, soprattutto, chi, come e quando potrà essere designato delfino mettendo fine alle continue divisioni interne. Intanto ha garantito che da lunedì nulla sarà più come prima. Del resto è cambiato tutto, a cominciare dalla legge elettorale: l’era del maggioritario è ormai alle spalle e il proporzionale richiede organizzazione, radicamento territoriale, classe dirigente. Non basta un leader, serve una squadra. Berlusconi sa che è urgente  tamponare l’emorragia di eletti e di “quadri” verso Salvini.

Berlusconi pensa ad una «gestione collettiva»

Non a caso, proprio oggi Berlusconi ha parlato di «gestione collettiva» per la Forza Italia del futuro: «Passeremo a un gruppo collettivo che porterà avanti Fi, che è un grande partito e si è sempre rinnovato in Parlamento. Dopo queste elezioni cominceremo subito coi congressi per far emergere un gruppo dirigente capace di dare continuità al partito». Parole sentite anche in altre occasioni, ma sulle quali i big azzurri rimuginano da ore per coglierne il senso vero. A maggior ragione se si pensa che solo l’altro giorno Berlusconi, ospite a Matrix, ha annunciato che «dal 27 maggio in poi cercheremo anche delle guide autorevoli e riconosciute per la guida di Forza Italia». Che cosa avrà voluto dire? In queste ore si sprecano le supposizioni. Prevalgono quelle che derubricano le parole del Cavaliere a mera «boutade elettorale» e quelle che alla tante volte annunciata «rivoluzione azzurra» ormai non credono più. Ma tra i maggiorenti c’è chi ci vede una riedizione della vecchia segreteria politica a più voci, in stile Dc, e teme perciò solo confusione e maggiori fibrillazioni tra correnti interne.

Ma tra i “big” prevale lo scetticismo

Non manca, infine, chi scommette che alla fine Berlusconi qualcosa farà, perché, come sussurrano in troppi, «ormai è una questione di vita o di morte» e una «gestione collegiale» del partito sotto la supervisione del leader, affiancato dal suo vice, Antonio Tajani, è diventata una necessità con l’attuale sistema politico ed elettorale. «Anche Maradona – dice ricorrendo ad una metafora calcistica un esponente forzista di lungo corso – ha bisogno di una squadra e Silvio è il nostro fuoriclasse, ora si tratta di scegliere un team tra il gruppo dirigente di Fi».

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