Austria, governo verso la crisi: tutti i ministri del Fpoe pronti a dimettersi

20 Mag 2019 15:47 - di Redazione

Austria sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo le dimissioni di Heinz-Christian Strache, il cancelliere conservatore Sebastian Kurz, che ha già annunciato la rottura della coalizione ed elezioni politiche anticipate, si è infatti detto pronto a rimuovere dall’incarico il ministro degli Interni Herbert Kickl, anch’egli della Fpoe. La replica del partito della destra, affidata al ministro dei Trasporti e leader designato del  partito dopo le dimissioni di Strache Norbert Hofer, non si è fatta attendere: «Se Kickl verrà destituito – ha dichiarato -, tutti i suoi membri che siedono nel governo lasceranno l’incarico. Mi dispiacerebbe veramente vedere un così bel progetto di governo interrompersi così».

In segno di solidarietà verso il ministro Kickl revocato da Krunz

La crisi è stata innescata da un video registrato di nascosto di un incontro, a Ibiza, in Spagna, tra il leader dell’Fpoe Strache e una donna che fingeva di essere la nipote di un oligarca russo e si diceva pronta ad investire 250 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture in Austria. In cambio di favori nei relativi appalti, Strache – non ancora vice-cancelliere – avrebbe ricevuto finanziamenti per il suo partito. Che fosse una trappola è confermato dal fatto che il video stato diffuso da media tedeschi, a due anni di distanza, nell’imminenza della campagna elettorale. All’epoca dei fatti Kickl era il segretario generale del Fpoe. Per questo Kurz è pronto a rimuoverlo: «Chiaramente non può indagare su sé stesso», ha spiegato.

Mosca: nessun coinvolgimento russo nell’Ibiza-gate

Intanto, mentre dal Cremlino negano decisamente il coinvolgimento di qualsiasi membro dell’establishment russo nell’Ibiza-gate («non ha nulla a che vedere con la Russia, con il presidente o con il governo»), la reazione più “politica” arriva dalla Ue: «Abbiamo seguito increduli un leader di un partito politico ripreso mentre negoziava l’accesso ai media e alle istituzioni in cambio di fondi da parte di ‘benefattori’ esterni, che chiaramente non hanno a cuore gli interessi europei», commenta il portavoce capo della Commissione Europea Margaritis Schinas. «Non pensiamo – conclude -che sia necessario un  fa sapere da parte nostra. Abbiamo piena fiducia nel popolo dell’Austria e nelle istituzioni democratiche austriache perché le cose vengano messe a posto».

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