Un’altra volontaria uccisa in Nigeria. E’ mattanza continua, l’Africa non va affrontata con leggerezza

22 Apr 2019 12:46 - di Antonio Pannullo

Ci risiamo: un’altra donna è stata uccisa in Africa, un’altra volontaria. Una britannica, Faye Mooney, che lavorava per un’organizzazione umanitaria è stata uccisa da uomini armati mentre era in vacanza in un resort in Nigeria. Lo ha reso noto domenica l’organizzazione per cui lavorava. Mooney e un cittadino nigeriano sono stati uccisi nell’attacco nello stato di Kaduna, nel nord-ovest del Paese, venerdì, ha detto l’amministratore delegato della Mercy Corps Neal Keny-Guyer in una dichiarazione. La zona è quella musulmana dove agiscono i terroristi di Boko Haram, estremisti islamici sostenitori delola guerra jihadista. “Faye era una appassionata e impegnata specialista della comunicazione e dell’insegnamento che ha lavorato con Mercy Corps per quasi due anni, dedicando il suo tempo a ‘fare la differenza’ in Nigeria, sostenendo i nostri team e le comunità con cui lavoriamo per raccontare le loro drammatiche vicende e contrastare l’incitamento all’odio e la violenza”. L’Alta Commissione britannica a Lagos ha detto di essere a conoscenza del “tragico incidente” e che i familiari di Mooney sono stati informati. Mooney faceva parte di un gruppo di 12 turisti, partito da Lagos, attaccato da uomini armati che hanno anche rapito tre persone, secondo quanto riferito dalla polizia britannica. Le nazionalità di coloro che sono stati rapiti non sono state rese note. Mooney si era laureata all’University College di Londra e alla London School of Economics, ha reso noto il Mercy Corps, aveva insegnato in Iraq e lavorato in Kosovo per combattere il traffico di esseri umani. Un’idealista a tutto tondo dunque, come gli altri volontari, anche italiani, rapiti o uccisi in Africa da persone che evidentemente non comprendono la loro missione. La verità è che l’Africa non si affronta ci buoni sentimenti e con la sola voglia di prestare aiuto, perché poi la fine che si fa è questa. Inoltre bisognerebbe evitare di andare in vacanza nelle regioni in guerra, come il nord della NIgeria con la guerriglia jihadista in piena offensiva. Chi conosce l’Africa, chi ha lavorato in Africa, lo sa bene: è n continente difficile, dove si devono prendere tutte le precauzioni possibili, per eccessive che possano sembrare. Altrimenti si rischia di finire male. Le organizzazioni caritatevoli e quelle religiose non lo hanno capito, anche perché a ogni vittima innocente che si aggiunge alla lista, proporzionalmente crescono le offerte di coloro che si commuovono e si inteneriscono. E’ chiaro che le cose non possono andare avanti così: finmo a che non ci sarà un chiaro progetto dell’Occidente per aiutare il “continente perduto”. è evidente che nessun progresso potrà mai essere fatto e le vittime aumenteranno in modo esponenziale.

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