Trump esasperato: ora basta con i giudici che tutelano l’immigrazione illegale

10 Apr 2019 13:24 - di Redazione

L’obiettivo della preoccupazione di Donald Trump per il flusso record di ingressi negli Stati Uniti sono sempre di più le leggi che garantiscono ai rifugiati in fuga dai Paesi dell’America Centrale la possibilità di chiedere asilo sulla base di quello che il presidente afferma essere “un grande imbroglio”. Le leggi e i giudici che le fanno rispettare sono stati definiti “una disgrazia” da Trump in tweet in cui afferma che negli Stati Uniti “abbiamo le peggiori leggi di qualsiasi altro Paese al mondo”. “Ci troviamo di fronte un sistema giudiziario che mai, mai si esprime a nostro favore”, ha detto poi parlando con i giornalisti e poi concludendo con il suo obiettivo: “Dobbiamo chiudere i confini”. Tutte le misure adottate da Trump per alterare la tradizionale politica dell’asilo degli Stati Uniti sono state bloccate dai giudici, dalla controversa misura di separare le famiglie dei migranti a quella per togliere il diritto di chiedere asilo a chi varca il confine in modo irregolare. La maggioranza degli immigrati proveniente da Paesi instabili e caratterizzati da violenze come Guatemala, Honduras e Salvador infatti, subito dopo aver varcato il confine, si consegnano alle autorità per fare domanda di asilo. Infine due giorni fa un giudice federale ha bloccato anche il programma “Remain in Mexico” per rimandare oltre confine i rifugiati in attesa di risposta per l’asilo.

Risalgono ai tempi della Seconda Guerra Mondiale le leggi proteggono il diritto di chi è in fuga da persecuzioni nel proprio Paese. Leggi poi raccolte nel Refugee Act del 1980 che regola le procedure d’asilo. Secondo la legge gli stranieri che arrivano in territorio americano per ottenere asilo devono dimostrare di rischiare nel loro Paese di origine persecuzioni per la loro razza, religione, etnia, appartenenza a un particolare gruppo sociale o le loro opinioni politiche. Anche i critici di Trump ammettono che il sistema avrebbe bisogno di una riforma soprattutto perché, con i suoi 424 giudici, appare incapace di reggere un carico di lavoro di circa 850mila casi. Dall’insediamento di Trump, comunque, è raddoppiata la percentuale delle richieste d’asilo bocciate: se nel 2016, ultimo anno dell’amministrazione Obama, era al 21% ora, secondo gli ultimi dati a disposizione risalenti allo scorso gennaio, è al 47% . Questo è dovuto in parte al fatto che l’ex attorney general, Jeff Sessions, ha negato che le vittime di violenza domestica ed attacchi di gang siano qualificate per l’asilo. Una misura contro la quale è stato avviato un ricorso legale. È Trump a violare costantemente la legge federale nel tentativo di vietare l’accesso all’asilo, afferma Melissa Crow, una degli avvocati del Southern Poverty Law Center. “È per questo che continuiamo a fargli causa, è così sfacciato, non può cambiare le leggi per volere esecutivo”, ha aggiunto.

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