Sondaggio Pagnoncelli: il peso dei leader sul consenso. I dati partito per partito

6 Apr 2019 12:25 - di Viola Longo

Ci sono i numeri, certo. Ma c’è soprattutto ciò che quei numeri raccontano sulle strategie delle forze politiche in vista delle europee. Così l’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli, pubblicato oggi dal Corriere della Sera, aiuta a tirare le somme di un periodo convulso, caratterizzato da scontri sempre più accesi nella maggioranza e attivismo di tutti i leader in campo. E proprio al ruolo dei leader attribuisce un particolare peso nell’andamento delle intenzioni di voto.

Lega stabile. FI cresce. “Effetto Meloni” per FdI

La Lega, con il 35,7%, si conferma ampiamente il primo partito, grazie alla «prevalenza di Salvini che fa fatto ombra all’alleato». Si tratta di un dato ormai consolidato (a febbraio il sondaggio di Pagnoncelli lo dava al 35,9%), che – sottolinea ancora Pagnoncelli – non ha ricevuto alcun contraccolpo dalla partecipazione del segretario e del ministro Fontana al Congresso delle Famiglie. Dunque, gli attacchi scagliati non solo dalla sinistra, ma anche dal M5S non hanno intaccato la popolarità del Carroccio. Come, del resto, non hanno intaccato quella di FdI, che conferma «un risultato in linea con la soglia di sbarramento». Pagnoncelli dà il partito stabile al 4%, sotto le percentuali che gli riconoscono gli altri sondaggisti, ma ammette che la strada per Bruxelles è piuttosto spianata. Merito, spiega, della forza della leader. «Si tratta di un livello di consenso che per consolidarsi – scrive il sondaggista nell’articolo a corredo dei grafici – può contare sull’elevato consenso di Giorgia Meloni e sul radicamento territoriale». Anche Forza Italia può contare sull’effetto traino di Silvio Berlusconi, passando dall’8,6% di febbraio al 9,9% di oggi. Una crescita che, però, manca di un soffio l’agognata soglia del 10%, asticella politica sotto la quale gli azzurri non si possono permettere di andare.

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