Maglia di Acerbi come un trofeo: il giudice sportivo perdona Kessié e Bakayoko

16 Apr 2019 14:07 - di Redazione

Una sentenza che farà discutere e che crea un precedente pericoloso. Il giudice sportivo di Serie A ha infatti deciso di non utilizzare la prova televisiva nei confronti dei centrocampisti del Milan, Kessié e Bakayoko, che al termine del match con la Lazio hanno esposto in modo irridente verso i propri tifosi la maglia del difensore biancoceleste Acerbi.

In una partita già segnata da polemiche per l’arbitraggio, i due calciatori di origine ivoriana hanno messo benzina sul fuoco con un gesto che è diventato un caso. Quella maglia di Francesco Acerbi mostrata come un trofeo di guerra sotto la propria curva alla fine di Milan-Lazio non ha mancato di suscitare polemiche.

Milan-Lazio: le polemiche hanno toccato la politica

Il primo a intervenire è stato proprio il difensore biancoceleste che sui social ha scritto: «Sono dispiaciuto perché ho scambiato la maglia per mettere fine alla questione, fomentare odio non è sport ma un segno di debolezza». In molti si sono schierati con Acerbi («Caro Francesco da tifoso Milanista mi sono sentito mortificato», è stato uno dei messaggi di risposta). La polemica ha visto anche la reazione del mondo politico. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tifoso milanista, ha stigmatizzato il gesto dei suoi giocatori. «Io non sono un tifoso, sono un ultras. Quella scena non mi è piaciuta. Non si esibiscono le maglie degli avversari sotto la curva. E io sono l’ultimo che può dare lezioni».

Per il Giudice Sportivo non c’è stato invece alcun motivo per squalificare i due giocatori del Milan. Si è limitato a multato cinque giocatori per la rissa al termine della partita di sabato al Mezza. Diecimila euro a Bertolacci, Kessie, Musacchio, Luiz Filipe e Patric, sanzionato della stessa cifra anche Simone Inzaghi e inibito il ds biancoceleste Tare fino al 30 aprile. Multato pure Lucas Leiva per le frasi rivolte a un dirigente rossonero. L’esultanza di KessièBakayoko è stata archiviata come lecita. Rimane un dubbio. Che i due giocatori milanisti siano stati perdonati nel nome del politicamente corretto. Insomma, come si sarebbe comportato il giudice sportivo a parti invertite, con un calciatore africano come vittima dello sberleffo?

Ma la risposta della Procura Federale non si è fatta attendere: l’organo guidato da Giuseppe Pecoraro, ha aperto infatti un’indagine sul comportamento dei due centrocampisti rossoneri.

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