La leva militare obbligatoria? Salvini e Trenta pensino a rilanciare la mini naja
Sulla possibilità di un ritorno alla leva militare obbligatoria per tutti, i ministri Salvini e Trenta stanno litigando… sul nulla. Infatti, il desiderio condivisibile di alcuni ambienti militari e non (in particolare tra gli Alpini) si scontra non solo con il costo esorbitante dell’operazione ma soprattutto con la necessità di militari altamente specializzati e addestrati per combattere assieme agli americani e alle altre forze della Nato. Senza contare poi, che avremmo subito le proteste inevitabili e strumentali dei finti pacifisti di sinistra (e non solo) che si scatenerebbero contro la obbligatorietà. E allora cosa fare? Possiamo restare sordi dinnanzi alla richiesta delle Associazioni dei militari in congedo ormai quasi prive di nuova linfa? E possiamo ignorare il desiderio di tanti giovani desiderosi di accostarsi ai valori delle Forze armate anche solo per una breve parentesi della loro vita? Certamente no. Già quando ero al ministero della Difesa riuscimmo, con fatica, a far approvare e finanziare la legge che consente solo a chi lo vuole (senza alcun obbligo) di vivere per tre settimane la vita militare, spalla a spalla coi militari professionisti. Oggi questa legge (la cosiddetta mini naja ), ANCORA IN VIGORE, non è più stata finanziata. È sufficiente che sia messa in bilancio (decidendo se lo si ritiene opportuno, di mantenere o allungare il periodo di tre settimane ) per avere tanti giovani che possano esaudire il loro desiderio e ingrossare al termine le fila delle Associazioni d’arma a partire da Alpini e Parà che furono le principali opzioni negli anni in cui la mini naja ha operato. Trenta e Salvini insomma, anziché discutere sul nulla si impegnino a garantire le non eccessive risorse necessarie per rendere subito possibile questo sia pur limitato ritorno ad una volontaria leva militare che in poco tempo realizzammo in accordo sia con la Lega che con Forza Italia.