Strage in Nuova Zelanda, day after: il killer in aula, spavaldo e sorridente, fa il gesto dei suprematisti (Video)

16 Mar 2019 10:05 - di Lara Rastellino

Nel giorno dopo la strage, le urla, il fragore dei colpi, l’odore acre che mescola sangue e polvere da sparo, il terrore e la minaccia che incombe sono ancora nell’aria e deflagrano inquietantemente nelle zone delle due moschee di Christchurch ieri nel mirino dello spietato attacco suprematista di un commando in azione che sul terreno ha lasciato almeno 49 morti e 48 feriti. Un eccidio ripreso in diretta Facebook con le immagini che rimbalzano da un sito all’altro, da un social all’altro, mandando a loop le sequenze dell’orrore.

Strage alle due moschee in Nuova Zelanda, il killer entra in aula spavaldo e sorridente

Nel giorno dopo la strage nelle moschee della Nuova Zelanda,mentre si indaga ancora sul possibile ruolo di altre due sospetti, Brenton Tarrant, il 28enne australiano autore dell’attacco e arrestato 36 minuti dopo l’allarme lanciato alle forze dell’ordine, incriminato per omicidio plurimo, è apparso spavaldo in tribunale: abiti bianchi come la divisa dei detenuti locali prevede,manette ai polsi e a piedi nudi, l’uomo ha ostentato un sorriso beffardo e ha sogghignato quasi quando i flash dei reporter lo hanno folgorato mentre, affiancato da due agenti di polizia, fa il suo ingresso in aula. Eppure, secondo quanto riferito in queste ore tra gli altri dal New Zealand Herald, neppure i flash dei fotografi hanno indotto il killer ad abbassare lo sguardo; neppure la decisione comunicata in aula secondo cui Tarrant è stato rinviato in custodia cautelare, senza ricorrere all’Alta Corte di Christchurch, al 5 aprile, sembra avere minimamente turbato il killer australiano 28enne, anzi… Tanto che, come riferisce il sito dell‘Ansa rilanciando notizie che arrivano dagli antipodi, «dopo il suo ingresso in tribunale Brenton Tarrant, il 28enne australiano accusato dell’attacco nelle due moschee di Christchurch, ha fatto “ok” con la mano, un gesto utilizzato dai suprematisti bianchi e dai troll razzisti su internet». Intanto dopo le dichiarazioni della premier neozelandese Jacinda Ardern sull’intenzione di rivedere le disposizioni di legge vigenti sulle armi, il procuratore generale David Parker ha sgomberato il campo dagli equivoci e dai falsi scoop, ribadendo  che «non è stata presa ancora nessuna decisione in merito al bando delle armi semi-automatiche».

Strage in Nuova Zelanda, 49 morti, 50 feriti: 39 gravi e 11 in terapia intensiva

Il resto sono i colpi di coda di un orrore che gronda sangue e che eleva all’ennesima potenza la portata di terrore e paura, odio e follia omicida: e allora, sempre dal sito dell’Ansa apprendiamo che «sono state identificate due delle 49 vittime dell’attentato: si tratta di Haji Daoud Nabi, un afghano emigrato nel Paese con i suoi due figli nel 1977, e Khaled Mustafa, un rifugiato siriano che invece era arrivato con la famiglia solo qualche mese fa». Non solo: sempre dalle autorità sanitarie di Christchurch si apprende che sette feriti sono stati dimessi dall’ospedale, altri 39 stanno ricevendo le cure necessarie per ferite da armi da fuoco e 11 sono ancora in terapia intensiva. E mentre in ospedale si lotta, sui luoghi della strage fiumi di persone in pellegrinaggio portano fiori, accendono candele, e centinaia di fedeli musulmani lasciano messaggi di dolore e solidarietà contro l’odio e il razzismo.

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