Sondaggi, il centrodestra vince ovunque: il Sud molla il M5S e spariscono le “Regioni rosse”

7 Mar 2019 12:24 - di Viola Longo
Abruzzo e Sardegna sono solo l’inizio. Stando ai sondaggi, il centrodestra si avvia a conquistare anche le altre quattro Regioni che vanno al rinnovo quest’anno: Basilicata, Calabria, Emilia Romagna e Piemonte. Non solo, se si votasse per tutti i governatori, la coalizione farebbe (quasi) l’en plein, lasciando ai competitor solo una regione ciascuno. Al di là delle percentuali che porterebbero alla vittoria l’alleanza formata da Lega, FI e FdI, sono due i dati politici che colpiscono: una tornata di voto per le regionali celebrata adesso sancirebbe da un lato la fine definitiva delle cosiddette “regioni rosse” e dall’altro l’abbandono del M5S da parte del Sud, che finora ne ha rappresentato il primo e più solido bacino elettorale e che, a quanto pare, ormai non si lascia più abbindolare nemmeno dalle promesse di “riscatto” contenute nel reddito di cittadinanza.

L’affermazione del centrodestra su base nazionale

A mettere in fila tutte le rilevazioni e a sottolineare che grosso modo rimandano tutte lo stesso scenario è stato Il Giornale, che ha dato anche le medie nazionali rilevate da due diversi istituti: per Bidimedia il centrodestra è al 46.4%, mentre il centrosinistra sorpassa il M5S con il 23.9% a fronte del 22.7%; scanrio simile anche per il sondaggio Masia, realizzato per la trasmissione Agorà di Rai 3, secondo cui Lega, Forza Italia e FdI stanno al 46.8%, mentre il centrosinistra è al 26.9% e il M5S al 23.2%.

I sondaggi danno il “filotto” nelle prossime regioni al voto

Tornando alle regioni prossime al voto in Basilicata i sondaggi danno il centrodestra al 34.4% contro il 33.5% del M5S, mentre il centrosinistra si ferma al 22.8%. In Calabria, poi, il divario sarebbe ancora più ampio con il centrodestra al 41.9%, il centrosinistra al 18.5% e il M5S al 32.4%. In Emilia Romagna le intenzioni di voto parlano di un 40.8% per il centrodestra, del 32.3% per il centrosinistra e del 18.2% per i Cinquestelle. Infine il Piemonte, dove il centrodestra arriverebbe addirittura al 51%, mentre centrosinistra e M5S si fermerebbero rispettivamente al 26.3% e 17%.

Il Sud abbandona il M5S

Dunque, anche solo le prossime chiamate alle urne potrebbero bastare a delineare quel quadro in cui non solo il centrodestra vince, ma i suoi avversari perdono le loro roccaforti. Una fotografia che i sondaggi allargano a tutto il territorio nazionale. In Sicilia si conferma quello che gli elettori hanno già decretato con il vero voto qualche mese fa: il centrodestra anche oggi sarebbe ampiamente in testa (41.7%) su centrosinistra (15.1%) e M5S (37.2%). Ed equilibri simili si registrano anche nelle intenzioni di voto in Puglia (centrodestra 42%, centrosinistra 17.8%, M5S 33.6%) e in Molise ((39.4%, 20.1 e 33.9%). L’unica regione in cui i Cinquestelle potrebbero cavarsela risulta essere la Campania, dove nelle intenzioni di voto si attestano poco sopra il centrodestra (38.1% vs 37.4%), mentre il centrosinistra che oggi governa con Vincenzo De Luca sprofonderebbe al 18.2%.

Le “Regioni rosse” non esistono più

Passando al centro, anche il Lazio andrebbe al centrodestra con il 44.5% dei consensi, mentre il M5S si fermerebbe al 23.1% e il centrosinistra al 24%, nonostante la straordinaria visibilità avuta dal governatore Nicola Zingaretti grazie alle primarie del Pd. Nelle Marche il centrodestra arriverebbe al 41.8% mentre centrosinistra e M5S rispettivamente al 25.2% e 25.3%). C’è poi il capitolo (ex) “regioni rosse”, dove l’Umbria premierebbe il centrodestra con il 44.8%, lasciando il centrosinistra al 28% e i Cinquestelle al 18.1% e la Toscana con il 39.6%, a fronte del 34.9% e 15.8%. La situazione non cambia al Nord, dove il centrodestra consolida le tradizionali percentuali vincenti. In Lombardia si registra il 57% dei consensi, a fronte del 25.3% del centrosinistra e del 12.5% del M5S. In Veneto gli equilibri sono 57.3%, 20.4% e 15.1%; in Friuli Venezia Giulia 52%, 23.5% e 15.5%, in Liguria centrodestra al 47.5%, centrosinistra al 25.4% e M5 al 20.2%, in Valle d’Aosta 35.3%, 21% e 14.1%. L’unica regione a premiare il centrosinistra sarebbe quindi il Trentino Alto Adige con il 43.9%, contro un centrodestra al 37.4% e i pentastellati all’11.4%.

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