Prato, sesso con il 14enne. Test del Dna: il primogenito della “prof” è figlio del marito

29 Mar 2019 9:25 - di Paolo Sturaro

Un tassello si aggiunge al puzzle della sempre più complicata vicenda di Prato. Ora c’è un’altra conferma. È il marito della “prof” arrestata il padre del figlio primogenito della coppia. Le indagini e gli accertamenti continuano a far luce sulla 31enne operatrice sociosanitaria accusata di violenza sessuale per induzione e atti sessuali con minore. Sono arrivati, infatti, i risultati dal test del Dna sul bambino che ha undici anni. L’esame era stato richiesto dalla Procura pratese nell’ambito delle indagini sulla donna sospettata di aver avuto frequentazioni sessuali con altri minorenni. L’esame del Dna era stato già eseguito sul secondo figlio che l’indagata ha partorito sette mesi fa, e ha confermato che il padre del neonato è il ragazzo a cui dava ripetizioni e che ora ha 15 anni. Il marito della donna è indagato dalla procura di Prato per l’ipotesi di reato di alterazione di stato civile perché, secondo l’accusa, avrebbe riconosciuto il neonato pur sapendo che il padre era il 15enne.

Prato, quadro inquietante a tinte scure

Gli arresti domiciliari, secondo la Procura, sono stati resi necessari per evitare l’inquinamento delle prove da parte della donna: vista la gravità del fatto di cui si è macchiata, la donna – secondo la Procura – potrebbe reiterare anche il reato di atto sessuali con minori. È un quadro inquietante a tinte scure e macabre quello che emerge dall’ordinanza di applicazione della misura cautelare, fatto di messaggi continui e minacce. «I contatti fra la donna e il minore sono confermati dall’analisi delle chat, 170 pagine di chat stampate» ha rivelato all’AdnKronos il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi, il quale ha confermato: «È certo che il bambino è figlio del ragazzino e della signora sottoposta a indagini».

La frequentazione di siti pedopornografici

Conversazioni, non foto dunque, che documentano la loro relazione. Dall’analisi del cellulare della donna, è emerso anche che aveva contatti con altri ragazzini «che riteniamo minori», ha precisato Nicolosi. Inoltre «è emersa la frequentazione di siti pedopornografici da parte della signora e di contatti con altri ragazzi minori. Per quanto riguarda queste frequentazioni abbiamo anche acquisito delle informazioni di natura dichiarativa». Ora «nel quadro che si presenta per le indagini – ha aggiunto Nicolosi – si tratterà di completare le acquisizioni testimoniali. I contatti risultano, per quello che abbiamo raccolto, per via informatica».

 

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