Ponte Morandi, tracce di crisotilo: rinviato a sabato l’abbattimento con l’esplosivo

7 Mar 2019 18:26 - di Redazione
Ponte Morandi

L’abbattimento con 250 microcariche di esplosivo della campata 8 ovest del troncone del Ponte Morandi è stato sospeso e rinviato a a sabato prossimo perché in 7 campioni su 40 di materiale ricavato dalla perforazione in tre punti della pila 8 sono state trovate tracce, «sotto il limite di rilevabilità quantitativa» e anche sotto la soglia decisa dal ministero italiano della Sanità, di crisotilo, un minerale appartenente alla classe dei silicati del gruppo dell’amianto naturale.

Il crisotilo trovato nella pila 8 di Ponte Morandi, carotata, per estrarre i campioni, alla base, a metà e in cima al manufatto, non è stato utilizzato dal costruttore sotto forma di amianto per erigere il pilastro 8 ma era presente nella ghiaia naturale utilizzata nel calcestruzzo di costruzione del pilastro.
Una circostanza assolutamente nella norma in zona.
Basti pensare che, ad esempio, «nella parte meridionale della provincia di Alessandria, a pochi chilometri dal mar Ligure, – come spiega l’Arpa Piemonte, l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente – gli eventi geologici hanno determinato la presenza di un gruppo montuoso (Gruppo di Voltri) dove abbondano le ofioliti, rocce originatesi su un fondale oceanico e parzialmente metamorfosate durante l’orogenesi alpina, nelle quali è possibile la presenza di minerali riconducibili agli amianti, in particolare crisotilo, tremolite e actinolite».

Nel corso della lunghissima e caotica riunione di oggi – una cinquantina le persone intorno al tavolo – della Conferenza dei Servizi che avrebbe dovuto dare finalmente il via libera all’abbattimento con esplosivo della campata 8 ovest del troncone del Ponte Morandi, i tecnici della Asl e dell’Arpa hanno chiesto una proroga fino a sabato per poter fare analisi più approfondite dopo quelle svolte con il microscopio che hanno evidenziato presenza di crisotilo «sotto il valore rilevabile strumentalmente».

La circostanza del ritrovamento di tracce infinitesimali di crisotilo in sette campioni su quaranta del pilastro 8 del Ponte Morandi è stata giudicata ininfluente dalla maggior parte delle persone presenti alla riunione visto anche il fatto che, ad esempio, nella pila 9 non è stata trovata alcuna traccia dell’amianto naturale. Ma, appunto, Asl e Arpa Liguria hanno chiesto altre 48 ore per portare a compimento altri accertamenti.

«Si tratta di quantità minime rilevate grazie a alcune indagini “spinte” che, al momento, non hanno eguali come livello di approfondimento – ha rivelato Gabriele Mercurio, ingegnere di polizia mineraria e membro della Commissione esplosivi riunita in prefettura a Genova – Adesso attendiamo che sia valutata sotto il profilo sanitario e ambientale la compatibilità di utilizzo degli esplosivi rispetto alla presenza di amianto».

«Tracce di amianto sono state trovate e, quindi, è necessario fare una valutazione fondata scientificamente per valutare se l’esplosione possa determinare o meno problematiche di natura sanitaria o ambientale – ha ricordato Mercurio -. Tutte le valutazioni di questo tipo prendono in esame la possibilità non solo dell’utilizzo dell’esplosivo ma anche di altre tecniche».

C’è stato chi, nel corso della riunione della Conferenza dei Servizi ha chiesto che la pila 8 del Ponte Morandi venisse bagnata con l’acqua per impedire la dispersione delle fibre di amianto naturale nell’aria ma altri tecnici si sono opposti sostenendo che, poi, il materiale sarebbe finito per dilavamento, nel terreno.

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