Mano dura contro il “pugile dell’Isis” che voleva far saltare il Vaticano: revocata la cittadinanza italiana
Era stato definito “il pugile dell’Isis” perché talentuoso atleta di kickboxing: ora il Viminale, alla luce del Decreto Sicurezza, ha proposto la revoca della cittadinanza italiana. È la prima volta. L’ultima parola spetta al Capo dello Stato. Lo riferiscono fonti del Viminale. È il caso di Abderrahim Moutaharrik, nato in Marocco il 23 giugno 1988 e diventato cittadino italiano nell’aprile del 2015. Residente nel Lecchese, due figli, una moglie marocchina, è stato condannato per terrorismo. Nelle intercettazioni parlava anche di un possibile attentato in Vaticano. È stata condannata anche la moglie, che però si era vista respingere la domanda di cittadinanza. Il Viminale propone di revocare lo status dell’uomo, già cittadino marocchino. Il caso è stato analizzato da questura e prefettura di Lecco. Abderrahim Moutaharrik era stato condannato a 6 anni con l’accosa di terrorismo internazionale, e il suo coimputato Abderrahmane Khachia (fratello di un giovane martire morto in Siria) “erano fortemente determinati a porre in essere attentati terroristici, uccidendo gli occidentali”, scriveva nel suo provvedimento la gup di Milano Alessandra Simion nelle motivazioni della sentenza del 14 febbraio scorso.