Il figlio di Conti, ucciso dalle Br: per loro sempre la stagione dei saldi di pena
«Per loro? C’è sempre la stagione dei saldi. Ad un certo punto dell’anno per i terroristi si apre la stagione dei saldi di pena. E’ ridicolo tutto questo ed è il segno, purtroppo, che in Italia la giustizia non esiste». Lorenzo Conti, figlio dell’ex-sindaco di Firenze Lando, assassinato da un commando delle Brigate Rosse il 10 febbraio 1986, commenta così la richiesta di sconto di pena avanzata dal terrorista Simone Boccaccini, condannato a 21 anni di carcere per concorso nell’omicidio del giuslavorista Marco Biagi, assassinato il 19 marzo 2002.
«Sarebbe l’ora che i magistrati iniziassero a fare i magistrati, i giudici applicassero la legge e non interpretassero la legge – sostiene Lorenzo Conti – Serve la certezza della pena, con la pena da scontare in carcere in base a quanto stabilito, fino all’ultimo giorno».
«Che senso ha, ad esempio – si interroga il figlio dell’ex-sindaco di Firenze assassinato dalle Br – condannare un terrorista a quattro ergastoli se poi dopo nemmeno 20 anni è in libertà? Tutti questi sconti sono una mancanza di rispetto per le vittime, che non possono più parlare, e per i loro familiari. Sembra che in Italia la giustizia prenda le difese dell’aggressore, non si parte cioè dalla tutela della vittima e dei suoi congiunti. E’ un problema politico serio, molto serio, che va affrontato».
Esponente del Partito Repubblicano e sindaco di Firenze, Lando Conti stava andando al consiglio comunale a bordo della sua auto, quando fu ammazzato con undici colpi di pistola da un commando Br che lasciò un volantino di rivendicazione firmato “Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente“, la stessa sigla utilizzata per attribuirsi la paternità degli omicidi Ruffili, Tarantelli, D’Antona, Biagi e per la strage di Prati di Papa, dove 9 terroristi uccisero gli agenti Rolando Lanari e Giuseppe Scraviglieri e ferirono il collega Pasquale Parente per rapinare 1 miliardo e 150 milioni di vecchie lire custoditi a bordo del furgone postale che la pattuglia stava scortando.
Conti e Tarantelli furono uccisi con la stessa identica arma.
Il brigatista Simone Boccaccini è stato condannato a cinque anni e otto mesi per l’omicidio D’Antona, pena confermata in Cassazione, e a 21 anni di carcere per l’omicidio di Marco Biagi in terzo grado. Quando fu fermato, nel 2003, si dichiarò militante rivoluzionario per il partito comunista combattente