Pd, Zingaretti parla di “campo largo” e pensa all’ammucchiata antifascista
“Il primo cantiere da aprire è la costruzione di una rete di alleanze intorno a noi, un campo ancora fragile ma che è già iniziato grazie allo sforzo dei territori in cui si sta votando, e questo vale sia per le amministrative che per le europee”. E’ con la strategia del “campo largo” che Nicola Zingaretti si è presentato alla direzione del Pd dove, oltre a parlare di amministrative e di europee, si è esaminata la sconfitta in Basilicata.
Il nuovo segretario ha inoltre lanciato una mobilitazione per i primi di aprile: “Il 5, 6 e 7 aprile ci saranno tre giornate di mobilitazione. Non sarà solo l’inizio della campagna elettorale ma anche l’inizio della mobilitazione del Pd e l’inizio della nostra campagna di denuncia contro il governo con lo slogan ‘Per amore dell’Italia’. Tutto il gruppo dirigente deve essere coinvolto”.
Per le europee, ha aggiunto, “dovremo avere le liste più competitive possibili. Noi ci concentriamo sulle teste di lista ma poi, per garantire anche gli equilibri regionali, dovremo mettere alla prova i territori”.
Analizzando il voto in Basilicata ha detto che il Pd intanto “ha riottenuto un campo di gioco nel quale muoverci”. “La speranza è che c’è un campo che comunque tiene e impone all’Italia un nuovo possibile scenario: un nuovo centrosinistra da costruire con al centro un Pd da rafforzare e una destra che, rispetto alle tendenza post elezioni politiche, ci riconsegna una funzione storica -ha detto il segretario- In Italia c’è una alternativa possibile a Salvini e questa unica alternativa possibile siamo noi e quello che dobbiamo costruire”.
Zingaretti ha quindi annunciato una variazione nel simbolo: “E’ giusto che sia presente anche il simbolo di “Siamo europei” nel simbolo della lista aperta del Pd per le prossime elezioni europee. Noi dobbiamo proporre una novità, che è un Pd che si rimette in moto per le alleanze, costruisce una programma e una proposta politica per il rinnovamento dell’Europa”. Non è un mistero per nessuno la strategia che Zingaretti vuole adottare: raccogliere i voti dei delusi dal M5S. Una strategia che finora ha fallito, come dimostra proprio il voto lucano.
Non solo: quando parla di “campo largo” Zingaretti allude a un unico fronte che riunisca spezzoni dispersi di sinistra, in pratica uno schieramento che in nome dell’antifascismo e dell’allergia al governo delle destre, sia in grado di fare diga al calo di consensi del Pd. E’ l’abbandono definitivo della strategia ulivista – che comprendeva anche la rappresentanza dei moderati – per virare verso quella “sinistra dei diritti” che ha nel tempo allontanato la vecchia base elettorale post-Pci.
A Zingarè, ritirati in buon ordine finché sei in tempo, alle prossime elezioni sarà un’altra batosta che piacerà a molti dei tuoi, vabbè che a voi poco importa, che si vinca o si perda (quasi sempre) voi festeggiate lo stesso