Reddito di cittadinanza, il sito è online. Ma Confintesa spegne gli entusiasmi: non può funzionare. Ecco perché
È online da questo pomeriggio, con tutte le informazioni su come funziona e come richiederlo, il sito dedicato al reddito di cittadinanza e dunque, sulla carta, gli italiani il mese di febbraio potranno partire a raccogliere i documenti che servono per poi formulare la domanda già a marzo. Lo ha annunciato, tra le polemiche e le contestazioni mosse da operai, studenti e disoccupati, il vicepremier grillino Luigi Di Maio a Pomigliano D’Arco, spiegando che il portale, raggiungibile all’indirizzo www.redditodicittadinanza.gov.it – e che al momento ha uno sfondo blu e riporta la dicitura “sito in costruzione” – sarà attivato oggi, alle 15, dopo la presentazione ufficiale all’Auditorium Enel di Roma e che avverrà contestualmente a quella della card. Dunque, tutto pronto? Sembrerebbe, ma a spegnere gli entusiasmi interviene a caldo Confintesa…
Confintesa: perché funzioni il “reddito” occorre riformare i centri per l’impiego
E nello specifico, Francesco Prudenzano di Confintesa che, al netto di speculazioni e recriminazioni, avverte: «Senza una vera riforma dei centri per l’impiego il reddito di cittadinanza è inefficace». «Siamo al nastro di partenza con le procedure per richiedere il reddito di cittadinanza ma non si capisce come saranno riformati i Centri per l’Impiego che attualmente non sono in grado di assolvere al loro compito», spiega Prudenzano, segretario generale di Confintesa, che poi a stretto giro aggiunge: «Confintesa non ha pregiudizi politici o sociali sul reddito di cittadinanza, ma ritiene che questo provvedimento non possa essere pura assistenza. Per evitare questo è necessario che i Centri per l’Impiego assolvano la loro funzione, che è quella di far incontrare domanda ed offerta di lavoro. «Secondo i dati Istat», continua non a caso Prudenzano, «nel 2017 solo lo 0,7% degli utenti ha ricevuto un’offerta di lavoro e solo il 24,2% dei disoccupati si è rivolto ai CPI per trovare un’occupazione.
Confintesa, ecco tutti i gap strutturali dei Centri per l’impiego
Altro gap strutturale dei CPI è la mancanza di una vera fotografia delle professionalità che servono alle imprese che dovrebbe essere monitorata tramite un’analisi costante dei fabbisogni professionali. «Il problema – conclude quindi Prudenzano – non sono i dipendenti dei Centri, ma l’assenza totale di sinergie tra imprese e coloro che sono alla ricerca di un’occupazione. Più che Navigator servono opportunità di lavoro che si creano solo con politiche attive che favoriscano gli investimenti e sviluppino la formazione professionale dei giovani. Ma questa, sembra alludere la requisitoria di Prudenzano – è un’altra storia: addetti ai lavori e aspiranti utenti sono avvisati.