Dai territori sale la domanda: “Ridateci il Corpo Forestale dello Stato”

23 Feb 2019 13:18 - di Redazione

Ripristino del Corpo Forestale dello Stato, dalle parole si passa ai fatti. In attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla possibile incostituzionalità dell’accorpamento della Forestale ai Carabinieri, il deputato bellunese di Fratelli d’Italia Luca De Carlo ha firmato la legge delega per il ripristino del Corpo. «Ce lo chiedono i territori», mette in risalto il sindaco di Calalzo di Cadore al sito amicodelpopolo.it, ricordando gli effetti sul Corpo Forestale dello Stato della “riforma Madia”.

Danni per 2 miliardi dai boschi in fumo

«Quest’ultima avrebbe dovuto comportare un risparmio di 100 milioni di euro in tre anni a fronte di un costo di assorbimento della Forestale tra Vigili del Fuoco e Carabinieri di circa un milione», spiega, «ma già nell’estate 2017 andarono in fumo diversi boschi italiani con danni stimati per 2 miliardi di euro, in cui non fu possibile agire né con forze altamente specializzate tanto meno con mezzi destinati agli interventi in caso di emergenza. Parte dei velivoli del Corpo Forestale furono dismessi o accantonati imponendo perciò alle Regioni di ricorrere a società private dotate di canadair ed elicotteri».

Proposta di legge di De Carlo (Fdi)

«Per apportare una modifica così importante è indispensabile conoscere la materia e farla propria», continua, «in questo caso è fondamentale conoscere la montagna così come chi la abita e vive in zone rurali e ne comprende appieno le difficoltà. L’errore più grande commesso in sede di riforma fu proprio quello di affidare alla burocrazia e alla logica dei numeri una questione altamente complessa. È nostro dovere ascoltare i territori e procedere al ripristino del Corpo Forestale dello Stato garantendone la ricomposizione delle funzioni di norma altamente qualificate e specializzate». «L’Italia è l’unica nazione ad essersi privata del Corpo Forestale dello Stato», conclude De Carlo, primo firmatario della legge delega per il ripristino, «rinunciando così alla prevenzione, all’educazione ambientale oltre che alla sicurezza, non tenendo conto dunque che l’implementazione di politiche di prevenzione ha un costo decisamente minore rispetto a qualsiasi tipo di intervento in condizioni di emergenza».

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