Il Papa: il sesso dono di Dio, si faccia educazione nelle scuole. Il Moige non è convinto
L’educazione sessuale nelle scuole si può fare purché non sia ideologicamente orientata, cioè purché non diventi strumento per indottrinate sulle teorie gender. Ne è convinto Papa Francesco, che ha affrontato il tema rispondendo ai giornalisti vaticanisti durante la conferenza stampa a bordo dell’aereo che da Panama lo ha riportato a Roma. “Il sesso è un dono di Dio per amare, non è una cuccagna… anche se qualcuno lo usa per guadagnare soldi o per sfruttare altre persone: questo è un altro problema”, afferma. Per il Pontefice, “occorre fare una educazione sessuale che sia oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se si fa un’educazione sessuale piena di ideologia, allora si distrugge una persona. Il sesso, come dono di Dio, ha bisogno di essere educato, non con rigidità ma tirando fuori il meglio delle persone, accompagnandole nel cammino”.
Il Moige: educazione sessuale spetta ai genitori
Parole che, come spesso avviene con le esternazioni pontificie, hanno creato dibattito. “Siamo convinti che spetta ai genitori e non alla scuola, l’educazione sessuale dei ragazzi e crediamo che sia necessario comprendere il contesto in cui ha parlato papa Francesco”, sostiene Antonio Affinita, direttore generale del Moige precisando che l’Italia ha un numero di gravidanze minorili e aborti più bassi d’Europa e “questo significa che i genitori italiani fanno già educazione sessuale ai propri figli”. “Nelle nostre scuole vi è un pluralismo di culture, tradizioni e religioni che rende, a mio avviso, impraticabile l’ingresso dell’educazione sessuale nelle scuole – ha aggiunto Affinita – la sessualità non è una tematica neutra, non è un esercizio meccanico, implica coinvolgimento sociale, psicologico, emotivo, e nella scuola vi sono una serie di valori differenti che non rendono di fatto applicabile tale disciplina all’interno della stessa”. Di parere diverso il coordinamento genitori democratici che da anni chiede che l’educazione sessuale entri nelle scuole, diventi una disciplina scolastica e “sembra proprio che papa Francesco venga incontro a questa nostra richiesta”, commenta Angela Nava presidente del Coordinamento. “Accogliamo con grande favore la convinzione espressa dal Papa – ha aggiunto Nava – perché è dimostrata la profonda ignoranza dei nostri adolescenti in merito e nell’era di internet, dell’assunzione di tante informazioni le malattie sessualmente trasmissibili sono in crescita. E ancora, dai dati della Polizia Postale l’età dei ragazzi che navigano tra siti web di pornografia è sempre più precoce. Molti genitori non riescono ad affrontare serenamente il tema e i ragazzi ricevono ed immagazzinano emozioni distorte”.
Il vescovo Bergoglio ne dice una e ne pensa un’altra.
Ma non sta mai zitto?
Questo gesuita e’ un eretico!