Bebè con tre genitori nascerà tra qualche mese in Europa: polemiche e problemi etici
Non sono mancate le polemiche, men che meno i dubbi. E sono sorti problemi etici di un certo rilievo. Un “bebè con tre genitori” – due mamme e un papà – nascerà fra qualche mese in Europa. A partorirlo, si legge su Newsweek, una donna greca infertile di 32 anni che partecipa a uno studio clinico pilota: la paziente è ora incinta di 27 settimane, dopo essere stata sottoposta a una tecnica di riproduzione assistita avanzata. In un dettagliato servizio dell’Adnkronos Salute, si legge che la procedura detta Mst (Maternal spindle transfer) implica la combinazione di materiale dall’ovulo della paziente con quello di una donatrice. Nello specifico, i ricercatori rimuovono il nucleo di un ovulo con mitocondri mutati o danneggiati. Questo viene quindi trapiantato in un altro ovulo, questa volta con mitocondri sani, dal quale era stato precedentemente rimosso il nucleo. L’ovulo così ottenuto viene quindi fecondato dal seme di un partner maschile.
Bebè con tre genitori, la sperimentazione pilota
Gli scienziati della società di ricerca spagnola Embryotools, che stanno conducendo la sperimentazione pilota, affermano che la tecnica ha una serie di vantaggi significativi rispetto ad altri sistemi di riproduzione assistita, come la donazione di ovociti. Ma quale sarà il patrimonio genetico del bimbo? Oltre il 99% del Dna del bambino arriverà dai genitori biologici, anche se una terza persona contribuisce con il suo ovulo. “Anche se sono richiesti gameti da un uomo e due donne diverse (paziente e donatrice), il Dna nucleare o genomico responsabile della stragrande maggioranza delle caratteristiche fenotipiche del futuro bambino verrà dalla madre biologica e dal padre, proprio come in un normale processo di fecondazione”, afferma Nuno Costa-Borges, co-fondatore scientifico di Embryotools.
La paziente aveva avuto quattro cicli di fecondazione
«La donatrice fornirà soltanto Dna mitocondriale, che codifica solo 37 geni e rappresenta meno dell’1% del Dna umano», ha aggiunto l’esperto. La tecnica è stata già utilizzata per prevenire la nascita di bambini con malattie mitocondriali genetiche. Ma per la prima volta questa discussa metodica, che è stata sviluppata negli Stati Uniti, è stata usata per trattare l’infertilità. I risultati della sperimentazione pilota devono ancora essere pubblicati su una rivista scientifica. La paziente è una donna greca che aveva già ricevuto quattro cicli di fecondazione in vitro ed era stata sottoposta a due operazioni per concepire, senza successo. La procedura si è svolta in Grecia e non in Spagna, poiché questa tecnica non è autorizzata nel secondo Paese. L’utilizzo della Mst non ha mancato di sollevare questioni etiche a livello internazionale, inoltre la sua sicurezza è relativamente sconosciuta. «Se è vero, questa è davvero una grande notizia in termini di medicina riproduttiva e biotecnologia», ha scritto sul suo blog César Palacios-González, professore di etica presso l’Università di Oxford. «In caso di successo, questa sarebbe la terza nascita grazie a una tecnica riproduttiva che mescola il Dna di tre persone. Ora, il principale problema etico (o uno dei problemi principali) che sorgono da questo trial ispano-ellenico è se l’utilizzo di Mst per il trattamento dell’infertilità non correlata a malattia mitocondriale sia moralmente ammissibile», ha affermato.