Saviano difende il Global Compact e lo speculatore Soros: “Un capro espiatorio”

21 Dic 2018 18:40 - di Lucio Meo

Roberto Saviano non poteva non farci sapere il suo parere sull’approvazione, da parte dell’Onu, del trattato internazionale sul Global Compact, che autorizza la libera circolazione dei migranti sul pianeta. Su Repubblica l’autore di Gomorra stigmatizza l’assenza dell’Italia al momento del voto, che in realtà è di fatto un’astensione.

Ma a Saviano è più utile sostenere la tesi della “fuga” politica dalla questione da parte del governo giallo-verde. “Il dibattito sul Global Compact alla Camera ci dà, su questo governo, un’altra informazione, e cioè che l’importante per i suoi rappresentanti è sempre posticipare, non decidere, non firmare: in definitiva, non esserci. Non esserci in Europa quando si decide in materia di immigrazione (vedi il Salvini europarlamentare assenteista), non esserci a Marrakech gli scorsi 10 e 11 dicembre, quando è stato formalmente approvato il testo del Global Compact di fronte ai rappresentanti di 150 paesi del mondo. Assente Conte, assente l’Italia. Perché non esserci, se sei al governo e sei stato votato… serva a dire: io non c’entro, non ero d’accordo, se fosse dipeso da me le cose sarebbero andate diversamente…”. Saviano poi critica l’allineamento dell’Italia alla posizione dell’Ungheria di Orban, del quale dice peste e corna, ovviamente.  “Ma oltre a essere un’alleata un po’ riottosa che non sempre ci è fedele, per noi oggi l’Ungheria è anche uno strumento di chiaroveggenza, uno specchio magico utile per capire dove finiremo con il Movimento 5 Stelle e la Lega al governo….”.

L’Ungheria e Soros

Dove finiremo? Male, ovviamente, come l’Ungheria, dove il leader attacca il finanziere e speculatore George Soros, suo connazionale, ma che per Saviano è un obiettivo sbagliato. “Per il premier Orbán e per i suoi fedelissimi, se gli ungheresi scendono in piazza non è perché vivono male, ma è per colpa di Soros: un capro espiatorio per ogni male e per ogni stagione…”.

Poi Saviano spiega che dietro la congiura di calunnie contro lo speculatore ungherese ci sarebbe, ovviamente, la questione immigrazione. “Gli attacchi a Soros e alla sua opera filantropica seguono due filoni, da un lato la guerra senza quartiere alle Ong da lui finanziate che tramerebbero per inondare l’Ungheria di immigrati (Luigi Di Maio con i suoi “taxi del mare” non ha inventato niente, ha semplicemente guardato all’Ungheria e preso ispirazione), dall’altro l’attacco alla cultura, sul presupposto che non sia un bene primario, che siccome siamo in democrazia (non importa quanto illiberale), studiare e informarsi sono pratiche superflue…”.

Commenti

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  • Andrea 23 Dicembre 2018

    Che essere rivoltante !!!

  • tesoro 22 Dicembre 2018

    da seguire da un medico