Roma, criminali stranieri e italiani “uniti” per spacciare la devastante droga shaboo

12 Dic 2018 10:18 - di Paolo Sturaro

Sgominata dai carabinieri la “banda delle colf”. Dalle prime luci dell’alba, i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari in carcere e ai domiciliari nei confronti di 17 persone, di nazionalità prevalentemente filippina, ma anche italiani e un nigeriano, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Roma. Nel corso delle indagini gli arresti sono stati, complessivamente, quarantasette. Le indagini hanno portato alla luce elementi importanti nei confronti di una vasta rete di persone dedite all’importazione e allo spaccio di droga, principalmente shaboo. Come ricordano i carabinieri lo stupefacente, proveniente da paesi asiatici, è una metamfetamina, si presenta in forma cristallina (simile al comune sale da cucina) ed incide sul sistema nervoso centrale in modo devastante. Gli effetti stimolanti sono fino a dieci volte maggiori rispetto alla cocaina ed è capace di azzerare la fame e di non far sentire il senso della fatica anche per 20 ore consecutive.
La compravendita dello stupefacente avveniva in linea di massima a domicilio, ma nonostante ciò i carabinieri, nel corso delle indagini, sono già riusciti ad arrestare 30 persone in flagranza per spaccio e detenzione, presso sale slot o video-lottery, luoghi di ritrovo molto frequentati da stranieri provenienti dall’estremo oriente. In due occasioni è stato possibile intercettare i corrieri, provenienti nel caso da Modena e da Milano, con carichi di sostanza stupefacente. Il totale dello shaboo sequestrato durante le indagini ammonta a circa 360 grammi, equivalente a circa 3.600 dosi, per un valore al dettaglio di circa 180.000 euro. Inoltre sono state recuperate piccole quantità di altre sostanze stupefacenti, come cocaina, speed, hashish e marijuana, oltre a 10.560 euro in contanti, da ritenersi provento dell’attività illecita di spaccio. Gli arrestati sono stati condotti nelle case circondariali di Roma Regina Coeli, e Viterbo, mentre le donne sono state portate a Rebibbia, le donne, in attesa dell’interrogatorio del gip.

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