La rabbia dei Gilet gialli contro Macron e l’Europa: Parigi è una poveriera (video)
Non è solo una questione di benzina, ormai, in Francia. È Macron ad essere assediato. Parigi è una polveriera, siamo alla terza mobilitazione dei Gilet gialli. Dieci feriti e sessanta fermi si sono già registrati nella zona degli Champs-Elysees, dove fin dal mattino sono in corso scontri fra circa 1.500 gilet gialli che tentano di forzare i blocchi della polizia a protezione dell’arteria parigina. Ieri il movimento di protesta che sta incendiando Parigi ha dato il via a un’accesa manifestazione anche a Bruxelles, con scontri e disordini a due passi dalle istituzioni Ue. Ispirati dal movimento anti-tasse francese, manifestanti belgi con i gilet gialli fluorescenti per la sicurezza stradale – 500 secondo la polizia – hanno bloccato il traffico e lanciato sassi nei pressi degli uffici del premier Charles Michel, nella capitale belga.
Ora la cena si sposta nuovamente a Parigi. Centinaia di Gilet gialli radunati intorno agli Champs-Elisées stanno mettendo a ferro e fuoco il centro cittadino. Anche questo sabato si annuncia un sabato di “passione”. Sono 5.000 gli agenti mobilitati nella capitale, gli Champs-Elysees sono chiusi al traffico automobilistico ma aperti ai pedoni. Per la manifestazione non è stata chiesta autorizzazione. I manifestanti dei gilet gialli appaiono spaccati in due. Sulla grande avenue qualche centinaio di dimostranti che hanno accettato di farsi perquisire alle barriere dalle forze dell’ordine e che stanno sfilando in corteo. All’esterno, per lo più sulla piazza dell’Arco di Trionfo, stazionano invece i gruppi che non hanno accettato di essere perquisiti e che si scontrano con la polizia. I manifestanti hanno tentato di forzare lo sbarramento su place de l’Etoile, i gendarmi hanno risposto con gas lacrimogeni. Scontri e incidenti. Il video di La 7 mostra le manifestazioni in corso in questi giorni durante un servizio a “Piazza pulita”.
Scene che fanno riflettere. Il problema per questi francesi scesi in piazza da giorni sono Macron e l’Europa. La politica economica sta mettendo in ginocchio il ceto medio. Il bluff del presidente francese è ormai un dato, eppure nei notiziari che contano, l’Europa avrebbe un solo problema: l’Italia, il governo gialloverde, nonostante gli scontri di Parigi parlino di ben altro. Siamo al ridicolo.
Chi sono i Gilet gialli
Questi cittadini rivendicano visibilità e lamentano di non essere abbastanza considerati dalle politiche governative. In particolare, si tratta della Francia rurale, delle campagne, che si sente abbandonata dallo Stato, si legge su Le Monde. È fallito il tentativo di mediazione fra il governo e i rappresentanti della protesta . L’incontro fra il premier Edouard Philippe e i delegati dei gilet gialli, è stato un flop. Solo due membri della delegazione dei manifestanti sono rimasti a Matignon: gli altri se ne sono andati dopo il rifiuto dell’esecutivo a lasciare “filmare e trasmettere in diretta” l’incontro. E adesso per Emmanuel Macron, impegnato nel G-20 di Buenos Aires, la situazione si fa imbarazzante, anche se più imbarazzante di Macron è il Pd che ancora sogna una grande coalizione anti-sovranista che abbia in Macron un “faro”. La protesta intanto continua. E il presidente francese ha già fatto capire di non voler arretrare sul caro-carburanti e sulla politica economica. Indietro non si torna. Se lo dice l’Italia, gli eurocrati ci attaccano, mentre Macron può fare e dire tutto.
Non è solo una questione di benzina
Nel Paese, a partire dal primo gennaio prossimo, le tasse sul gasolio dovrebbero aumentare di 6,5 centesimi al litro e quelle della benzina di 2,9 centesimi. Ma a questo fatto si aggiungono critiche ulteriori da parte degli automobilisti, come la diminuzione della velocità a 80 chilometri orari sulle strade statali, l’incremento dei controlli e dei pedaggi, l’inasprimento dei requisiti per i collaudi. Inoltre, la protesta partita dai social si è allargata a una più generale critica al governo per il costo della vita e il calo del potere d’acquisto. No, non è solo una questione di benzina. Parigi è una polveriera, ma i cittadini europeo lo sano?