In tv si litiga su Sfera Ebbasta: Giordano fulmina Vauro che paragona il trapper a De André (VIDEO)

12 Dic 2018 13:25 - di Ginevra Sorrentino

A Quarta Repubblica si discute di Sfera Ebbasta e dei modelli, pericolosi, che esalta nei suoi testi per un pubblico di giovanissimi: e come al solito Vauro difende l’indifendibile… Ci risiamo: ancora una volta lo studio del talk di attualità condotto da Nicola Porro, si trasforma in un’arena in cui il confronto su un tema di cronaca o di politica, tra paradossi e negazione di realtà evidenti fino all’ovvio, finisce per svilire verità incontrovertibili piegate a tutti i costi ai precetti dell’imperante politically correct. Se poi a difendere la bandiera della contrapposizione forzata ancora una volta scende in campo il vignettista Vauro, lo scontro è assicurato. E gli ascolti, magari, anche…

Lo scontro tra Giordano e Vauro su Sfera Ebbasta e i modelli che promuove a suon di rap

Una puntata ricca, quella di lunedì appena trascorso, che ha avuto il suo picco spettacolare nello scontro, tanto per cambiare, tra Mario Giordano e Vauro Senesi: la materia del dibattimento particolarmente acceso, partendo dalla strage di Corinaldo avvenuta appena il giorno prima, verteva sui testi – esegesi, contenuti e influenze – del trapper Sfera Ebbasta, che avrebbe dovuto esibirsi nella discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo dove poi si è consumato il dramma costato la vita a 6 persone (una mamma 39enne e 5 giovanissimi) e il ferimento grave di altri ragazzi presenti alla serata maledetta. La strage in discoteca pone il problema sui modelli educativi per i giovani: e a Quarta Repubblica, provano a confrontarsi sull’argomento anche il giornalista e il vignettista che, sulla questione, naturalmente divergono: anzi, sono proprio agli opposti. E mentre Giordano prova a sottolineare come testi che incitano alla rabbia e alla trasgressione, come quelli del trapper milanese, possono condizionare negativamente i giovanissimi, esaltando modelli di riferimento sbagliati e pericolosi, l’opinionista Vauro prova a schivare il colpo e a ridimensionare la portata polemica del dibattito, prima negando di conoscere l’artista in questione, poi mettendolo a paragone addirittura con il grande Fabrizio De André.

Vauro, polemico a dispetto di tutto (buon senso) e di tutti…

«Che un personaggio così, che canta la droga e inneggia alla droga, dal palco di una discoteca alle due di notte, sia concepito come qualcosa di normale, perché questa è la trasgressione – che non esiste neanche più perché ormai nemmeno noi genitori siamo più capaci di dire un no da trasgredire – sia materia su cui riflettere piuttosto che affrontare l’ennesimo dibattito sulla legittima difesa o altro»: mette subito in chiaro, Giordano, quale siano le sue priorità nel dibattito, ed entra nel merito senza preamboli o inutili perifrasi. Vauro, dal canto suo, oprova ad evitare il guanto di sfida e, prima si rifugia in un «non so neanche chi sia questo cantante», poi rilancia provando a dire che «ridurre tutto al testo di una canzone», potrebbe evocare il rischio di censure indesiderate, poi, dà il massimo di sé lanciandosi in un inadeguato parallelo con Fabrizio De André. «Ricordo il Bombarolo del cantautore genovese che, se la vogliamo leggere come un’apologia dell’attentato dinamitardo, ci riesce facilissimo farlo»… E con l’ennesimo paradosso sostenuto a favore di camera e di polemica strumentale, Vauro riesce ad offendere, in un solo colpo, buon senso di interlocutori e telespettatori, insieme al mitico Faber.

 

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