Fazio accerchiato, ormai è “guerra fredda” con la Rai. Rossi: «Ha danneggiato tutte le Reti»

20 Dic 2018 10:50 - di Adriana De Conto

I “cannoneggiamenti” su Fabio Fazio e il suo costosissimo “Che Tempo che fa?” erano iniziati da giorni. Il contratto abnorme del conduttore e i magri risultati in termini di audience sono sotto gli occhi di tutti e con molto fastidio all’interno della stassa Rai: i continui sforamenti di orario ai danni del Tg1 e con grande fastidio di Rai Pubblicità avevano chiuso il cerchio attorno a Fabio Fazio, fialmente non più trattato come un’ “intoccabile” icona del salotto della sinistra buonista.  Per cui le indiscrezioni trapelate erano di varia natura: Dagospia segnalava addirittura un recondito desiderio di Viale Mazzini di richiamare a suo posto Massimo Giletti. L’ipotesi più certa trapelata da fonti interne era un’imminente  trasloco di Fabio Fazio su Rai 3. Sui tempi non c’è certezza, però. A quanto apprende l’Adnkronos, il “trasloco” di Fazio non è all’ordine del giorno fino al termine di questa stagione, ormai iniziata.  Ma fonti di Viale Mazzini non fanno mistero, però, sullo scarso feeling tra l’ad Fabrizio Salini e il conduttore di «Che tempo che fa». Sembra addirittura che i due non si siano mai parlati nel merito delle polemiche di questi giorni. Se potessimo dare un titolo al rapporto tra i due, suggeriscono, sarebbe lecito usare “Grande freddo”.

Fabio non è più un “intoccabile”

Un titolo tanto più azzeccato considerato che Fazio, raccontano, sembra comportarsi come un corpo estraneo all’Azienda. Abituato com’è ad essere “coccolato” dalla sinistra, Fazio ha potuto fare il bello e cattivo tempo – più cattivo che bello- con iniziative politiche discutibili, come quella di invitare il sindaco di Riace indagato Domenico Lucano in trasmissione o di avere come ospite fisso Carlo Cottarelli a fare da controcanto a ogni iniziativa del governo. Finalmente Fabio non è più un “intoccabile” e le sue performance così costose e così poco brillanti, unitamente al ruolo politico assunto in molte circostanze, non vengono nascoste come la polvere sotto il tappeto, come accadeva nelle passate gestioni Rai sotto l’egida del centrosinistra, ma vengono considerate un vero problema. Le bordate di Salvini prima e di Di Maio poi, hanno evidenziato il problema dello sperpero dei denari pubblici. Nel board di Viale Mazzini qualcuno si è già posto il tema. «Io ho sollevato la questione Fazio in Cda – dichiara il consigliere Rai Giampaolo Rossi – Personalmente ritengo complesso intervenire sui palinsesti a stagione già avviata, mentre è un tema serio che la Rai deve porsi per la prossima stagione». «Ad oggi, infatti – osserva Rossi – “Che tempo che fa” risulta essere un format che, rispetto alle aspettative, non raccoglie le performance previste procurando un calo di ascolti a Rai1 con ricadute sull’intera filiera e cioè su Rai2 e Rai3, facendo perdere così alla Rai il vantaggio competitivo che aveva su quella fascia specifica del prime time della domenica con il diretto competitor e cioè Canale 5». Nel merito, il contratto stipulato con Fabio Fazio a luglio del 2017 è di 4 anni e dura quindi fino al 2021, ma ogni anno la Rai può decidere su quale rete far fare a Fazio il suo programma e in estrema alternativa, può decidere se sostituire “Che tempo che fa’”con un altro progetto. Se spostare o chiudere la trasmissione prima di maggio comporterebbe una serie di conseguenze complicate, in vista di settembre, invece, il medesimo Salini potrebbe chiudere lo show in quanto l’accordo con la casa di produzione Officina è annuale. Resterebbe, nel caso, in vigore quello personale con Fazio, quadriennale, cui si dovrebbero affidare quindi altri programmi equivalenti, altrimenti verrebbe pagato per non fare nulla.

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