Crespi: “Studiate Mussolini, è stato il più grande comunicatore del ‘900”

2 Dic 2018 9:17 - di Vittoria Belmonte
Mussolini

Luigi Crespi, coach di comunicazione politica e non solo, durante la due giorni a Roma dal titolo “La fabbrica dei leader” ha parlato dell’arte di saper comunicare, di dosare persuasività e autorevolezza, di saper entrare in sintonia con i bisogni e le aspettative del pubblico E ha indicato un modello: Benito Mussolini. Già: Crespi non ha dubbi, Mussolini è stato il più grande comunicatore del Novecento e va studiato. Ciò – avverte Crespi – non vuol dire rivalutare, ma approfondire sì, è necessario.

Un revival, quello della figura di Mussolini, accompagnato in queste settimane anche dal successo del libro di Antonio ScuratiM, il figlio del secolo“, un romanzo dove viene messa in luce anche questa particolare dote del fondatore del fascismo, cioè l’arte di comunicare, che va al di là dell’arte oratoria e comporta anche il saper scegliere il momento giusto per parlare, le cose da dire, la percezione dell stato d’animo di chi ascolta. Nella comunicazione ci vogliono anche decisione e preveggenza, capacità di guardare al dopo. Non a caso il romanzo di Scurati si apre con questa riflessione di Mussolini: “Li vedo qui, davanti a me, li conosco a memoria: sono gli uomini della guerra, della guerra o del suo mito. Li desidero, come il maschio desidera la femmina e, insieme, li disprezzo. Un’epoca è finita e un’altra è cominciata. Le macerie si cumulano, i rottami si richiamano a vicenda. Io sono l’uomo del ‘dopo’… E’ inutile, non c’è niente da fare. Io sono  come le bestie, sento il tempo che viene“. In definitiva è troppo banale dire che sapere usare i social è la ricetta vincente per avere successo. Non basta. Ci vuole anche fiuto, comprensione di ciò che detta l’agenda emotiva del Paese, immergersi in essa e saper agitare un messaggio indicare una sfida, enucleare una priorità. Capacità che non si fabbricano, come non si fabbricano i leader. Gli aspiranti tali possono semmai guardare a dei modelli storici, imparare da loro. E Mussolini, piaccia o no, è uno di questi modelli storici.

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