Schiaffo russo a Merkel e a Macron: “niet” di Mosca alla mediazione Ue

27 Nov 2018 17:47 - di Redazione

Un vero e proprio schiaffo alla Merkel e a Macron: il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha rifiutato ogni mediazione riguardo alla crisi con l’Ucraina dopo un incontro a Parigi con il collega francese Jean-Yves Le Drianche. Quasi sprezzante la dichiarazione da lui rilasciata dopo che il ministro tedesco Heiko Maas aveva ipotizzato un ruolo di Germania e Francia per evitare la possibile escalation tra Mosca e Kiev: «Non vedo la necessità di alcun tipo di mediatori», ha detto. Anzi, Lavrov ha colto l’occasione per chiedere agli alleati occidentali dell’Ucraina di inviare un «segnale forte» a Kiev affinché cessi ogni «provocazione».

Il ministro Lavrov rifiuta l’offerta franco-tedesca

Per i russi, infatti, di questo si tratta. A dare conforto alla loro tesi anche un video trasmesso dalla tv di Stato di Mosca in cui due tre marinai arrestati sono apparsi per ammettere le proprie responsabilità in merito agli incidente di domenica sera. «Le richieste radio sono state deliberatamente ignorate, c’erano armi e mitragliatrici a bordo: ero consapevole che si trattava di una provocazione», è stata la confessione del comandante Vladimir Lesovoy.  Anche Andrei Drach, un ufficiale del servizio di sicurezza ucraino (Sbu),  ha ammesso lo sconfinamento in acque territoriali russe della nave Nikopol «dove la guardia costiera ha avvertito che stavamo violando la legislazione della Federazione russa».

Il pericolo di una escalation tra Mosca e Kiev

Gli ucraini hanno reagito parlando di confessioni estorte: «È necessario che Mosca fermi la pressione psicologica e fisica sui militari ucraini» ha detto in un comunicato il presidente dell’Sbu Vasyl Hrytsak. Il sospetto che i due marinai abbiano letto da un «gobbo» un testo già scritto molto forte. Anche perché, come ha ricordato il comandante della Marina ucraina, Igor Voronchenko due degli arrestati sono originari della Crimea, regione dove vivono ancora i loro genitori e per questo potrebbero essere stati messi sotto pressione da minacce di ritorsioni sui parenti.

 

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