Maxitricolore sui banchi di Montecitorio. Fratelli d’Italia dà la sveglia sul 4 novembre (foto gallery)
C’è chi si vergogna della sua storia e se ne resta in silezio e chi no. A metà mattina i lavori dell’aula di Montecitorio vengono interrotti da un’azione dei deputati di Fratelli d’Italia che srotolano una gigantesca bandiera di dieci metri adagiandola sui banchi.
In breve le foto dell’iniziativa in stile stile dannunziano, realizzata da Federico Mollicone che in pochi secondi tira fuori dai banchi il tricolore di dieci metri, (si riconosce una sorridente e “barricadera” Maresa Bellucci) fanno il giro dei social. I fatti: Luca De Carlo chiede di intervenire per ricordare che domenica 4 novembre cade il centenario della fine della Grande Guerra con la vittoria italiana e sottolinea che negli ultimi tre anni le celebrazioni sono state praticamente “clandestine”; mentre parla dai banchi sopra di lui si srotola un enorme tricolore che copre letteralmente tutti i deputati di Fratelli d’Italia sino alla base del loro settore. Immediata la reazione del presidente Fico che chiede di rimuovere lo “striscione”. Mai parola più sbagliata. “Qui non siamo in un centro sociale, è la bandiera nazionale” urlano di deputati di FdI. Tommaso Foti allora si appropria del tricolore e lo porta in salvo, solo l’intervento del deputato Andrea Delmastro, che lo passa al collega Delle Vedove impedisc che i solerti commessi della Camera sequestrino il “corpo del reato”.
Fabio Rampelli è tra i primi a pubblicare su Facebook un commento corredato di immagini. «1915-1918: L’Italia combatte la sua drammatica guerra. Oltre un milione di persone sacrificano la vita per liberare la gente oppressa dalla dominazione straniera. La Repubblica nasconde il centenario della vittoria – scrive il vicepresidente della Camera – c’è chi si vergogna della nostra memoria storica e resta in silenzio invece di celebrare con solennità l’esito vittorioso della Grande Guerra e dare orgoglio al nostro popolo. In Aula oggi l’abbiamo ricordato noi. Così…».
Finalmente il tricolore sventolato anche in parlamento per ricordare che siamo italiani orgogliosi di esserlo e non solo allo stadio
L’italia sì è imbarbarita di suo e da un pezzo, sicuramente l’invasione dei nuovi Goti ha condotto a un ulteriore avvitamento del processo di decadenza. Profetiche tornano allora le considerazioni di un nobile romano, Claudio Rutilio Namaziano, che, alla fine dell’impero, scrisse l’opera nel De reditu suo Le sue amare considerazioni sono riassunte in questo breve commento e conferiscono un sapore tragicamente contemporaneo alla sua fatica letteraria contenendo altresì, in nuce, un prezioso ammonimento a non riopetere gli errori del passato.
“Durante il viaggio Rutilio approfitta per tracciare alcune osservazioni sull’epoca contemporanea, e sui cambiamenti dei costumi. Innanzitutto la diffusione rapida del cristianesimo, che benché i fedeli fossero beneficiari della legge di libertà di culto da Costantino, per Rutilio essi appaiono come gente rozza e ignorante che vive nelle catacombe “al di fuori della luce”, seguendo le strane dottrine dei vescovi. Altre testimonianze contemporanee riguardano la commossa descrizione delle città delle province, saccheggiate dai barbari, semidistrutte e semiabbandonate.”