«Ha offeso le toghe». Salvini rischia il processo (con l’ok di Bonafede)

6 Nov 2018 10:59 - di Fortunata Cerri

Un’altra notifica giudiziaria per Matteo Salvini. Dopo il caso (in via di archiviazione) della Diciotti e la querelle sui fondi della Lega al ministro dell’Interno arriva un’altra letterina, questa volta dalla procura di Torino. Come si legge sul Giornale, da due anni e mezzo i pm torinesi stanno indagando sul ministro dell’Interno per “vilipendio” della magistratura. Al ministro adesso è stata notificata la chiusura delle indagini. A dare il via libera è stato il ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede.

Salvini sott’accusa

I fatti contestati dai pm a Salvini risalgono al 2016, quando durante il congresso della Lega a Collegno definì la magistratura una “schifezza”. Erano i tempi dell’inchiesta sulle presunte spese pazze in Liguria e tra gli indagati c’era pure l’attuale sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi. Ecco il testo finito sott’accusa: «Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia, sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana». L’attacco del segretario del Carroccio non era diretto a tutti i pm. «Ci sono tanti giudici che fanno benissimo il loro lavoro – precisò – Penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e ‘ndrangheta. Purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti. Finché la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un paese normale». Per la procura di Torino, si legge ancora sul Giornale, quelle parole certificherebbero il “vilipendio” di Salvini nei confronti delle toghe. Ora l’inchiesta è arrivata a conclusione. A firmare l’atto di chiusura delle indagini (secondo Repubblica partito nei giorni scorsi dalla procura e diretto al ministro) è stato il procuratore capo Armando Spataro.

Il via libera di Bonafede

L’indagine, si legge ancora sul Giornale, era stata conclusa rapidamente solo che si era arenata al ministero della Giustizia. Per poter chiudere il fascicolo, infatti, era necessario il via libera del Guardiasigilli come previsto dal codice penale per questo tipo di reato. Spataro sollecitava da tempo il ministero (prima Orlando, poi Bonafede), ma l’autorizzazione è stata firmata solo un mese fa. Bonafede il 9 ottobre ha annunciato, infatti, su Facebook di aver firmato ben nove richieste di autorizzazione a procedere. Tra cui quella di Salvini. Con la chiusura delle indagini ora Salvini rischierebbe il processo.

Commenti

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  • 6 Novembre 2018

    La magistratura Italiana e controllata dal Vaticano e incapace di emancipazione…

    • Francesco 7 Novembre 2018

      ……non dica c******

  • Angela 6 Novembre 2018

    Povero Salvini.Povera Italia!..
    Si dice che siamo un Paese Democratico,ma non è così..
    .ormai non si è più liberi di esprimere il proprio pensiero…stiamo tornando indietro nel tempo,quando c’era il fascismo e non si potevano esprimere opinioni diverse dal regime…oggi è praticamente uguale…ma il fascismo non c’è!

  • Giuseppe Tolu 6 Novembre 2018

    A Matteo, ma che aspetti a mandare questi grulli a quel paese e rifare il tutto con il solo centrodestra?