E’ resa dei conti: la Conferenza di Palermo ha fatto tornare la guerra in Libia

15 Nov 2018 20:37 - di Annamaria Matticari

In Libia si affrontano i filo-turchi e i seguaci del premier fantoccio al Serraj, sostenuto da Ue, Francia e governo Gentiloni. Sembra  tornata la calma stamane a Tripoli dopo gli scontri di ieri che hanno interessato la zona sud della capitale libica e in particolare l’area dove si trova il vecchio aeroporto internazionale. Lo riporta il portale d’informazione The Address, ritenuto vicino al generale Khalifa Haftar. Gli scontri, scoppiati all’indomani della conclusione della conferenza di Palermo, hanno visto protagonisti la Forza di sicurezza centrale Abu Salim, una milizia leale al governo di concordia nazionale, e la Settima Brigata di Tarhuna, che nelle ultime ore si è ritirata dallo scalo. Secondo le ultime informazioni, la Settima Brigata di Tarhuna si è ritirata dall’aeroporto internazionale di Tripoli, a sud della capitale libica, che aveva occupato ieri sera. Lo riportano fonti vicine alla Brigata citate dal sito di al-Marsad, spiegando che la situazione è tornata alla calma dopo gli scontri nella notte con gli uomini di Abu Salim, le forze di sicurezza che fanno capo al ministero degli Interni libico. Fonti mediche hanno affermato che negli scontri non si sono registrati vittime, né danni materiali. Si segnala che un civile è rimasto ferito. I miliziani della Settima Brigata tengono invece sotto sequestro otto uomini delle forze dell’ordine con l’accusa di aver aggredito cittadini di Tarhuna. Come sic ricorderà, la delegazione turca ha abbandonato polemicamente la Conferenza di Palermo sulla Libia, e si sospetta che negli scontri delle ltime ore ci sia lo zampino di Ankara.

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